Il Dizionario dei tempi incerti, guardando al futuro

l Dizionario dei tempi incerti del Circolo dei lettori di Torino.
l Dizionario dei tempi incerti del Circolo dei lettori di Torino.

ROMA. – Contagio, assalto, limite, casa, supermercato. Ma anche opportunità, code, epidemia, fermarsi, fiducia, speranza. Oppure paura, ansia, regola, distanza, allarme. Con quali parole descrivere questo tempo sospeso di emergenza e attesa, tra un’Italia che si è fermata e un’altra che combatte per salvare vite e sconfiggere il “nemico” Covid-19?

Il Circolo dei lettori di Torino lancia sui social il Dizionario dei tempi incerti, una collezione di parole scelte da filosofi, filologi, storici, antropologi e scrittori, protagonisti e protagoniste delle rassegne autunnali Torino Spiritualità e Festival del Classico, da selezionare tra quelle che riempiono pagine di giornali, miriadi di chat e trasmissioni televisive, bisbigliate o urlate di queste giornate.

“L’obbiettivo – racconta all’ANSA l’autrice, traduttrice e direttrice della Fondazione Circolo dei lettori, Elena Loewenthal – è non perdere il filo delle cose, anche in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo, e fare entrare la cultura nelle case del nostro pubblico, e non solo, attraverso i mezzi che abbiamo a disposizione”.

Già, perché le parole segnano il rapporto che abbiamo con il mondo e con il presente. Sono ricordi, affetti e storie e il Dizionario è un invito a riscoprirle. Si va così da Amicizia per il latinista Ivano Dionigi (“insieme alla gratitudine, il sentimento più puro e più nobile che si possa provare”, scrive) a Tempo per il filosofo Mauro Bonazzi (“Sapremo farne uso prima che torni a correre?”, domanda) o Lettura per lo storico Luciano Canfora (“in greco antico – fa notare – ‘leggere’ e ‘riconoscere’ si esprimono con lo stesso verbo”).

E poi, con cadenza quotidiana, ecco anche Michela Marzano con Responsabilità, Marco Belpoliti per Invisibilità, Matteo Nucci con Paura, Lella Costa e il binomio Positivo-Negativo, Alberto Maggi e Fiducia, solo per citarne alcuni.

“Ne nasce – prosegue la Loewenthal – un lessico ragionato e curato da grandi intellettuali italiani, che si sono prestati e messi di fronti a una telecamera per noi. Vorremmo costruire con il pubblico una prospettiva di futuro attraverso le parole, non solo più di allarme ma di ricostruzione. È un dizionario da leggere come quelli di una volta, che non si sfogliavano solamente, ma che costituivano con le loro voci un’appassionante narrazione”.

E che nelle pagine web e social del Circolo dei lettori va ad affiancare anche altre iniziative come i Cruciverba e altri rompicapi e Gli indispensabili, carrellata di suggerimenti di scrittori e intellettuali per una personalissima lista di beni primari culturali di cui fare scorta (che siano film, romanzi o poeti da recuperare) in questi giorni “strani” in cui abbiamo tempo da riempire e far fruttare.

“In questi giorni si stanno usando tante parole – aggiunge la Loewenthal – È fondamentale usare quelle giuste al posto giusto. Il nostro obbiettivo è prendere più dimestichezza con l’italiano, imparare ad amarlo e non violentarlo. Perché tutto è narrazione, anche la malattia. L’italiano è una lingua meravigliosa, di una ricchezza straordinaria. Lo dico da traduttrice”, aggiunge.

“E Come bene ci ricorda Giuseppe Pontiggia in ‘Per scrivere bene, imparate a nuotare’ citando Jules Renard – conclude – non esistono sinonimi, solo parole necessarie. E il buon scrittore le conosce”.

(di Daniela Giammusso/ANSA)

Lascia un commento