Usa travolti dal virus, allarme disoccupazione record

La nave ospedale "USNS Confort" naviga sul fiume Hudson di fronte alla statua della Libertá, al suo arrivo a New York lo socros 30 marzo.
La nave ospedale "USNS Confort" naviga sul fiume Hudson di fronte alla statua della Libertá, al suo arrivo a New York lo socros 30 marzo. (ANSA/AFP)

WASHINGTON. – Cronaca di un disastro annunciato. L’America di Donald Trump, travolta dall’emergenza del virus che ha già fatto oltre 5 mila morti, si sveglia con un dato senza precedenti: 10 milioni in più di persone rimaste senza lavoro in due settimane, 6,6 milioni solo negli ultimi sette giorni. Uno tsunami di richieste di sussidi di disoccupazione, oscuro presagio di un crollo record del mercato del lavoro.

Per ora siamo solo alla punta dell’iceberg, all’inizio del devastante impatto sociale che questa crisi rischia di avere sulla prima potenza economica mondiale. Costrette alla chiusura dalle misure messe in campo per contenere e frenare i contagi (oltre 226 mila i casi finora accertati negli Usa) le aziende si fermano, licenziano o mettono i propri dipendenti in congedo non retribuito.

Lasciando così molte famiglie nei guai, incapaci anche di fare la spesa o di pagare l’affitto in un Paese in cui non è mai esistito il mito della casa di proprietà, soprattutto nelle grandi metropoli.

Per capire quanto pesanti potranno essere le conseguenze di quella che si prospetta come la peggiore recessione di sempre, basti pensare che finora negli Usa il primato delle richieste settimanali per l’indennità di disoccupazione risaliva al 1982: 695 mila domande.

Ma sarà il dato sull’andamento di marzo del mercato del lavoro a dare un quadro più completo: si parla di almeno 100 mila posti persi in un mese, anche se i numeri non tengono ancora conto della stretta anticoronavirus partita un po’ ovunque in ritardo.

Sarà però la fine di quella striscia positiva di crescita dell’occupazione americana che durava da ben 113 mesi, da quel dopo crisi del 2009 targato Barack Obama.

Wall Street evita l’ennesimo tracollo solo per l’abile mossa di Trump che su Twitter evoca un accordo sul taglio della produzione di petrolio con Mosca e Riad. Così facendo il tycoon calma i mercati, nonostante il giallo della telefonata di Vladimir Putin al principe Mohammed bin Salman citata dal presidente americano ma smentita dal Cremlino.

Intanto l’incubo di futuri disordini sociali cresce, e un dato in America lo rende ancor più inquietante: il boom della vendita delle armi da fuoco che non rallenta, con due milioni di pistole acquistate nel solo mese di marzo.

L’epicentro della pandemia in Usa è più che mai New York, che in un solo giorno ha fatto registrare 8.670 nuovi casi e 432 morti in più. Anche la campagna elettorale per le presidenziali del 3 novembre deve sempre di più fare i conti con il fattore Covid-19 e, dopo tante primarie, a slittare è anche la convention democratica, spostata per ora da metà luglio al 17  agosto. Poi si vedrà, con le previsioni sul picco di contagi che slitta in avanti di giorno in giorno.

Il personaggio del momento resta il virologo italoamericano Anthony Fauci, accusato dalla destra e dai sostenitori di Trump di mettere i bastoni tra le ruote del tycoon, ma sempre più una star sui social che considerano il superesperto colui che davvero sta tentando di salvare l’America. Intanto, per le minacce ricevute, Fauci è stato costretto alla scorta.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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