Opac accusa Damasco per attacchi chimici, è prima volta

Bambini con respiratori artificiali dopo un attaco con gas tossici in Siria.
Bambini con respiratori artificiali dopo un attaco con gas tossici in Siria. (El Pais)

BEIRUT.  – Dopo anni di accuse, smentite e polemiche a sfondo politico, per la prima volta l’Organizzazione per la proibizione della armi chimiche (Opac) punta il dito in maniera esplicita contro il governo di Damasco indicandolo come responsabile di attacchi con gas tossici compiuti nella guerra civile che dal 2011 devasta la Siria.

Si tratta di tre episodi avvenuti nel 2017 in aree abitate da civili e allora controllate da gruppi armati di opposizione, dove diverse decine di persone rimasero intossicate da gas Sarin e cloro.

Nei nove anni della guerra civile sono state uccise circa 400mila persone secondo bilanci non verificabili sul terreno. La responsabilità della maggioranza di queste vittime sono attribuite al governo di Damasco, sostenuto da Russia e Iran.

Nonostante il fatto che oltre il 90% delle persone siano state uccise con armi convenzionali, la questione dell’uso delle armi chimiche da parte delle fazioni in guerra da anni suscita reazioni diplomatiche e politiche, e talvolta militari, da parte dei paesi occidentali, in primis gli Stati Uniti, che dicono di voler “punire” il governo del presidente Bashar al Assad.

Ma il raìs di Damasco ha sempre respinto queste accuse. E l’anno prossimo si appresta a candidarsi per il quarto settennato presidenziale consecutivo. Finora, le autorità siriane non hanno commentato l’esito dell’inchiesta dell’Opac, condotta da un gruppo di inquirenti formato nel 2018.

In base a una specifica risoluzione Onu due anni fa, questo team aveva ricevuto un mandato più esteso di quello assegnato negli anni passati alle precedenti commissioni d’inchiesta internazionali.

L’Opac ha infatti potuto ora indicare quelli che ritiene siano i responsabili degli attacchi. In precedenza era richiesto agli investigatori di determinare soltanto se gli attacchi fossero avvenuti.

Il coordinatore degli inquirenti, Santiago Onate-Laborde, ha detto che “ci sono ragionevoli elementi per credere che i responsabili dell’uso di sarin e di cloro a Lataminah nel 2017… siano individui appartenenti all’aviazione della Repubblica Araba di Siria”.

“Attacchi di una così strategica natura possono esser stati compiuti solo sulla base di ordini impartiti da più alte autorità del comando militare della Repubblica Araba di Siria”, si legge nella relazione. La commissione ha specificato che gli attacchi sono stati condotti da due jet Sukhoi-22, che fanno parte della flotta aerea di Damasco.

Pochi giorni dopo gli attacchi di Lataminah, nell’aprile del 2017 un altro bombardamento chimico, che aveva ucciso 80 persone, era stato registrato nella vicina Khan Shaykun.

Altri attacchi con gas tossici sono stati registrati in Siria sin dall’agosto del 2013 quando – secondo diverse investigazioni – furono uccise a Duma, vicino Damasco, almeno centinaia di civili (alcune fonti parlano di 1.400 uccisi). All’Opac è aperta un’altra inchiesta su un attacco al cloro compiuto, sempre a Duma, nel 2018, in cui persero la vita circa 40 persone.

(di Lorenzo Trombetta/ANSAmed)

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