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Gentile Signor Di Martino,
In relazione alla sua lettera vorrei sottolineare il significato della parola “PREVEDIBILE”.
Il dizionario Treccani.it alla voce “PREVEDIBILE” indica: “Che si può prevedere, cioè conoscere, immaginare anticipatamente: … 2. Per estens., di racconto o sim., il cui svolgimento non ha sorprese, e quindi privo di originalità, banale, scontato…”.
Non mi pare che accanto alla parola “PREVEDIBILE” nella cronaca da lei citata, ce ne siano altre che indichino la mancanza di importanza.
E dunque, non crede lei che era “PREVEDIBILE” che, nel corso della riunione del Comites, si affrontassero gli argomenti all’ordine del giorno? Che mi risulti non ci sono state polemiche, accesi dibattiti o scambi di idee meritevoli d’essere messi in evidenza.
Che il Comites abbia organizzato una video-conferenza in un momento in cui la pandemia obbliga tutti a restare a casa, non mi pare sia un fatto eccezionale. È così che stanno operando ormai da due mesi tutti gli uffici e le organizzazioni. Ma, forse, per Lei già il fatto che il Comites si sia riunito è un fatto eccezionale e non certo “PREVEDIBILE” nonostante l’impegno profuso da alcuni suoi membri.
Affrontare la problematica delle pensioni, tra l’altro denunciata dal nostro Giornale, o approvare il contributo alla Casa di Riposo “Angelo Petricone ” di Maracay erano questioni non soltanto “PREVEDIBILI” ma doverose tenendo conto delle difficoltà in cui versano tanti nostri connazionali e dell’ottimo lavoro che svolge ormai da molti anni, la Casa di Riposo di Maracay.
Ha perfettamente ragione quando dice che nel sottolineare “l’urgenza di alcune risposte” ci si riferiva alla mancata opinione del Comites sui contributi al nostro Giornale. Si tratta di una pratica che giace sulla sua scrivania da quasi quattro mesi. Come lei sa ai sensi dell’articolo 2, comma 4, lett. h), della legge 23 ottobre 2003, n. 286, il Comites deve “esprimere parere obbligatorio, entro trenta giorni dalla richiesta, sui contributi accordati dalle amministrazioni dello Stato ai locali mezzi di informazione”. Nonostante i nostri reiterati solleciti ciò non è ancora stato fatto, venendo meno ad una responsabilità sua e dell’intero Comites che Lei presiede. Niente di nuovo, vero sig. Di Martino? Anche questo è “PREVEDIBILE” trattandosi di contributi a La Voce d’Italia.
La ringrazio per i termini espressi nei confronti di mio padre. Anche lui li avrebbe apprezzati molto se li avesse ricevuti quando era ancora in vita. Ora, però, il Direttore della Voce d’Italia sono io e mi dispiace se non sono di suo gradimento. Non giova affatto alla nostra Collettività mescolare le simpatie personali con il lavoro che ciascuno di noi è chiamato a svolgere per difenderne gli interessi. Per ciò che ci riguarda, come Lei ben sa, abbiamo sollecitato una sua video-intervista per analizzare insieme la realtà della collettività, in considerazione del difficile momento che stiamo vivendo a causa del Covid-19. Purtroppo non è stato ancora possibile ricevere le risposte alle domande che ho provveduto a inviarle in data 12 aprile. La ragione d’essere de La Voce d’Italia è quella di difendere gli interessi della nostra collettività e ora, grazie all’espansione che ci permette il formato online, quelli degli italiani nel mondo. Lo ha fatto ieri e continua a farlo oggi con la stessa etica professionale.
Mi creda sig. Di Martino, non esiste un problema generazionale.
Cordiali Saluti
Mauro Bafile
Direttore