A Madrid niente più tapas da condividere, solo piatti individuali

La piazza "Puerta del Sol" di Madrid.
La piazza "Puerta del Sol" di Madrid. (ANSA)

ROMA.  – Una tavola imbandita con “tapas” e “platos” da condividere in compagnia: una delle scene più comuni nella Madrid pre-coronavirus. Ora non più: le nuove linee guida diffuse dalle autorità locali – Regione e Comune – per il settore della ristorazione tra le varie indicazioni scoraggiano infatti la condivisione delle pietanze e invitano ad attenersi a piatti individuali.

Lo sottolinea La Vanguardia. É la fine del “picoteo” (lo spuntino) come lo conosciamo, che scandisce le giornate e le nottate della capitale spagnola?

La misura non manca di suscitare critiche e perplessità: per il proprietario di una caffetteria a Madrid già in “fase 2” si tratta di una disposizione contraddittoria: “Per esempio per quattro membri della stessa famiglia non sembra logico che non possano mangiare dallo stesso piatto quando in casa lo fanno” dice a La Vanguardia.

E poi ci sono le complicazioni nel servizio: “Non è la stessa cosa portare quattro tapas individuali o una porzione per tutti”, aggiunge.

L’antropologo Francesc Xavier Medina, interpellato dal giornale, è però ottimista sul futuro del “picoteo”: “Le cose cambieranno meno di quanto immaginiamo. In un primo momento ci saranno maggiori restrizioni e non verranno serviti piatti comuni”, ma poi è sicuro che si farà ricorso a soluzioni ingegnose per salvaguardare questa tradizione.

“Si troverà il modo di condividere con un certo livello di sicurezza, usando diversi recipienti o con strumenti più sicuri per poter prendere il cibo” e non sarà questa fra le perdite permanenti causate dal coronavirus.

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