Coronavirus in Italia: calano i contagi, 178 in 24 ore. Dato più basso dal 26 febbraio

La stazione del bike-sharing in piazza Duomo a Milano piena di biciclette.
La stazione del bike-sharing in piazza Duomo a Milano piena di biciclette. ANSA / MATTEO BAZZI

ROMA. – C’è chi annuncia controlli in stazioni e aeroporti con il contact tracing che ancora non c’è, chi chiederà un’autocertificazione, chi pensa ad un bonus per chi si sottoporrà ai test sierologici, chi lancia la App regionale, tutto rigorosamente su base volontaria: con l’avvicinarsi della fine dei divieti di spostamento e la possibilità di circolare liberamente in tutta Italia, le Regioni continuano a procedere in ordine sparso per cercare di limitare il rischio di nuovi contagi nei propri territori senza però arrivare allo scontro frontale con il governo, dopo la conferma che il 3 giugno si riparte tutti insieme.

Nessun presidente, nonostante le dichiarazioni e le minacce, al momento ha emesso ordinanze in contrasto con la decisione dell’esecutivo. E il perché è abbastanza chiaro: ogni provvedimento che prevedesse patenti sanitarie, quarantene obbligatorie o altre misure in contrasto con quelle nazionali, sarebbe immediatamente impugnato.

Mercoledì dunque si riparte, senza alcun nuovo Dpcm – quello in vigore già prevede la fine dei divieti il 3 giugno – senza conferenze stampa del premier Giuseppe Conte che, dicono fonti di governo, salvo cambiamenti dell’ultimora considera la questione riaperture chiusa e preferisce concentrarsi sulla battaglia in Europa, e con qualche rischio in più.

“Ma qualche quota di rischio va presa, altrimenti non apriremo mai”, ammette il presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini che in queste settimane ha svolto il ruolo di mediatore tra le richieste dei governatori e l’esecutivo.

Rischi “ponderati” li ha definiti il ministro della Salute Roberto Speranza che trovano conferma anche nei dati giornalieri: ‘solo’ 178 contagiati, un numero mai così basso dal 26 febbraio, con un rapporto tra tamponi fatti e positivi individuati che per la prima volta è sotto l’1% (0,98%).

Anche i dati della Lombardia vanno meglio, ma quelli di oggi riflettono le rivelazioni raccolte domenica con molti meno tamponi rispetto al resto della settimana. Nella regione più colpita dal virus, ci sono 50 contagiati in più, il 28% del totale in Italia e poco più del 30% dei morti delle ultime 24 ore (19 su 60).

Da tenere sotto controllo è invece il dato della Liguria, che è la regione d’Italia con il maggior numero di contagiati, 56 in un solo giorno. Un’anomalia (dovuta in gran parte ad un cluster in una Rsa di Genova con 29 contagiati) che non cambia il quadro generale visto che a confermare il trend in discesa ci sono anche 6 Regioni a zero nuovi casi e 9 per il secondo giorno consecutivo senza vittime.

Numeri che per il governo confermano la linea ‘aperturista’: se poi qualcuno, sottolineano fonti vicine al ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, ritiene di dover chiedere, sempre e solo su base volontaria, le generalità ad un turista, un’autocertificazione o di procedere con il tracciamento, l’esecutivo non si metterà di traverso.

Tra l’altro, il clima con i governatori viene definito molto positivo e il ministro ha continuato ad avere contatti con i presidenti delle Regioni, compreso quello della Lombardia, Attilio Fontana. E quelle delle iniziative locali è la strada che stanno seguendo i governatori.

Il sardo Christian Solinas ha fatto marcia indietro e, dalla patente sanitaria, è passato a pensare di offrire un incentivo sotto forma di voucher a chi si sottoporrà al test sierorologico e si dice pronto a varare un questionario e una piattaforma per la registrazione di chi arriva, entrambe su base volontaria. “Tratteremo fino all’ultimo per un accordo ma se non riusciremo a trovarlo allora appronteremo un sistema più articolato”.

Dal canto suo, il presidente siciliano Nello Musumeci si affida alla app Sicilia Sicura, che non sarà pronta prima del 5 e che ovviamente sarà su base volontaria anche questa. “Permetterà a chi arriva – dice – di poter essere assistito dal personale medico dell’Unità sanitaria turistica in caso di bisogno”.

In Campania, invece, non è ancora chiaro cosa accadrà visto che il governatore Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris sono impegnati a litigare sugli orari di apertura dei locali mentre nel Lazio si punta su maggiori controlli attraverso il contact tracing nelle stazioni e negli aeroporti.

“E’ necessario tenere alta la guardia – sottolinea il presidente e leader del Pd Nicola Zingaretti – Roma è il cuore dello Stato e vi sono i principali snodi ferroviari e aeroportuali”. Ma anche in questo caso, nulla sarà obbligatorio se non utilizzare la mascherina nei luoghi chiusi.

(di Matteo Guidelli/ANSA)

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