Trump fa tremare i repubblicani: “Va fermato”

Il presidednte degli Stati Uniti Donald Trump
Il presidednte degli Stati Uniti Donald Trump. (ANSA/EPA)

NEW YORK. – “Dobbiamo fare qualcosa per fermarlo”. Il fenomeno Donald Trump torna a preoccupare i repubblicani: l’ossessione del presidente per lo scontro culturale e razziale agita il partito che teme non solo di perdere la Casa Bianca ma di vedersi sottrarre la maggioranza in Senato.

Fra i repubblicani è scattata la corsa a organizzarsi per fermare il presidente, che dopo aver vinto le elezioni del 2016 sull’onda della battaglia anti-immigrati, ora è concentrato – secondo i critici – in una nuova guerra: i nemici sono gli americani che non appartengono al suo movimento, quella sinistra radicale che paragona ai nazisti e quei manifestanti che da settimane invadono le strade per dire basta al razzismo e all’uso eccessivo della forza da parte della polizia.

Un atteggiamento ormai ritenuto insopportabile dai ribelli del partito, preoccupati sempre più dal fatto che le teorie e la retorica divisiva di Trump si è spostata da Twitter al palco dei comizi, rendendola di fatto più provocatoria e pericolosa.

“Sono lieto che alcuni repubblicani stiano prendendo le distanze, ma mi ricorda il governo di Vichy”, dice l’ex governatore dell’Ohio John Kasich, repubblicano che ha corso contro Trump nelle elezioni del 2016. Il partito – attacca Kasich – lo ha “coccolato e ora sono come topi che scappano dalla nave che sta affondando. Sta lasciando con questo Paese con un crescendo di odio non solo fra i politici ma fra i cittadini”.

Per fermare il presidente le grandi manovre nel partito sono partite. Nei giorni scorsi è stato lanciato il super pac “43 Alumni for Biden” che punta a raccogliere consensi fra gli ex dell’amministrazione Bush e far eleggere Joe Biden.

“Dopo aver visto tre anni e mezzo di caos e incompetenza e divisione, molte persone ritengono che sia necessario fare dell’altro – afferma il co-fondatore del super pac Kristopher Purcell, ex funzionario dell’amministrazione Bush -. Non siamo completamente d’accordo con l’agenda democratica, ma questa è un’elezione su un unico tema: siete per Donald Trump o siete per l’America”.

Per molti degli americani il voto di novembre è proprio un referendum su Trump. Un’idea questa che spaventa il presidente e la sua campagna elettorale, impegnati nel tentativo di cambiare la narrativa della corsa alla Casa Bianca spostandola su temi più consoni al presidente forte che Trump vuole e aspira a essere.

Quindi non sul coronavirus che continua a mietere vittime negli Stati Uniti ma neanche su quei sondaggi che lo vedono in affanno, ben distante da Biden.

Lascia un commento