Dopo il lockdown mari italiani più limpidi

Dopo il lockdown mari italiani più limpidi
Dopo il lockdown mari italiani più limpidi

ROMA. – Mari italiani particolarmente limpidi dopo il lockdown e una situazione nel complesso stabile per le sostanze legate alle attività produttive. È il primo quadro che emerge dal monitoraggio straordinario effettuato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa) e dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto. Analisi condotte su 457 stazioni di prelievo.

“Il nostro impegno ora è fare sì che questi standard di qualità siano mantenuti nella costruzione di una nuova normalità green”, ha detto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. In diverse regioni la trasparenza è risultata con valori superiori alle medie stagionali. In alcuni tratti del ponente ligure la visibilità della colonna d’acqua arriva fino a 15 metri di profondità, rispetto ai 10 delle precedenti stagioni.

Aumentata la trasparenza anche in diverse località del Lazio mentre nella acque della Campania è diminuito significativamente anche l’inquinamento acustico. L’Arpa regionale ha verificato come l’assenza in mare di imbarcazioni, e ancor più degli idrogetti, abbia influito sul comportamento di molti animali marini.

Un quadro su cui ha influito non solo l’assenza delle attività umane, ma anche la scarsità delle piogge e particolari fattori meteo-climatici che hanno riversato in mare una quantità minore di solidi sospesi. Sulla presenza di metalli, fitofarmaci, solventi e altre sostanze legate alle attività produttive, oltre che i principali parametri chimici, correlabili con gli apporti organici riversati in mare (come fosforo e azoto che influiscono significativamente sulle condizioni trofiche e sono una delle cause di alterazione delle acque marine costiere), il monitoraggio ha rilevato una minore quantità di nutrienti rispetto agli anni passati.

Nel complesso l’attività, partita a metà dell’aprile scorso fino ai primi di giugno, ha visto impegnate 14 Agenzie regionali per la protezione dell’Ambiente, circa 300 militari della Guardia Costiera che hanno effettuato 127 specifiche missioni. I cinque nuclei subacquei della stessa Guardia Costiera hanno eseguito 24 missioni, finalizzate a verificare lo stato della flora e della fauna, soprattutto nelle aree di maggior pregio naturalistico quali le aree marine protette.

Oltre 10mila gli esperti messi in campo dal Sistema delle agenzie ambientali, ha sottolineato il presidente di Ispra e Snpa, Stefano Laporta. Mentre il Comandante Generale delle Capitanerie di porto, Ammiraglio Giovanni Pettorino ha evidenziato la sinergia operativa “che permetterà di operare in futuro in maniera ancor più efficace per proteggere e tutelare l’ambiente marino e costiero”.

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