Coronavirus in Italia: i contagi risalgono. Iss: “Casi stabili”

Coronavirus in Italia: un treno della linea M1 affollato, Milano
Coronavirus in Italia: un treno della linea M1 affollato, Milano, 4 Giugno 2020. Ansa/Matteo Corner

ROMA. – Negli ultimi 30 giorni “viaggiamo intorno ai 200-300 casi giornalieri di positivi, un dato stabile nonostante piccole variazioni quotidiane”. E’ il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro a riassumere l’andamento del coronavirus in Italia, dove la trasmissione “sebbene sotto controllo, continua a persistere in tutte le aree del Paese”. A dimostrarlo i focolai pur contenuti “presenti in modo diffuso un po’ nelle varie regioni”, aggiunge.

E nelle ultime 24 ore i contagi salgono ancora – secondo giorno di fila -, con 289 nuovi positivi, mentre il numero delle vittime si dimezza da 12 a 6. Quando ci si avvicina ai 200 mila guariti – 275 solo nell’ultimo report -, appena due regioni, Umbria e Basilicata, non fanno registrare nuovi positivi. La Lombardia ne ha trovati 46, il 16% del totale nazionale, per la prima volta sotto la percentuale della popolazione lombarda rispetto a quella italiana, il 17% (dati ministero Salute elaborati da Sky Tg24). Ulteriori segnali che l’anomalia del territorio più colpito pian piano sta rientrando.

La circolazione del virus in generale appare endemica, ma stabile, con piccoli focolai e casi particolari in diverse regioni (a Palau, in Sardegna, due turisti sono risultati positivi e il sindaco ha blindato il territorio) su numeri bassi soprattutto se paragonati a quelli di Paesi come la Spagna. La percentuale di positivi su nuovi tamponi è da giorni sullo 0,9%. L’Iss ci ricorda però che gli infettati di meno di 50 anni sono raddoppiati, ora sono il 29,9%.

E così prosegue la battaglia contro il virus, anche in vista della riapertura delle scuole il 14 settembre, un’incognita sanitaria nonostante le rassicurazioni del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e del commissario Domenico Arcuri. Due milioni di test sierologici rapidi sono pronti per i professori e il personale degli istituti. Saranno i medici di famiglia e il personale delle Asl a somministrarli.

“Confidiamo che la campagna si concluda prima della riapertura prevista”, ha detto Arcuri in audizione in video conferenza alla Commissione Cultura della Camera. Obiettivo, correre meno rischi possibile. A livello locale sono i presidenti di Regione, enti responsabili della politica sanitaria, a cercare i provvedimenti più adeguati per limitare la diffusione del contagio.

Nel Lazio – passato in un giorno da 10 a 34 nuovi contagi – a partire da venerdì i passeggeri che scenderanno dai pullman provenienti dall’Est Europa alla stazione di Roma Tiburtina saranno sottoposti, oltre che al test sierologico, anche al cosiddetto ‘tampone rapido’. Le prove effettuate sui primi arrivi dalla Romania sono risultate tutte negative. Eppure gran parte dei casi in regione sono di importazione (16 su 34 oggi). Il test rapido potrebbe essere impiegato presto anche all’aeroporto di Fiumicino.

Un appello al ministro della Salute Roberto Speranza è venuto da Coldiretti, affinché venga data la possibilità alle aziende agricole di effettuare i tamponi ai lavoratori rumeni e bulgari, per salvare i raccolti e l’imminente vendemmia messi a rischio dalla chiusura delle frontiere per la pandemia.

Infine la notizia di un’altra truffa sulle mascherine, per oltre un milione di euro, che è stata scoperta ai danni dell’Unità di crisi della Regione Piemonte. Il pool anti-Covid della Procura di Torino, guidato dal pm Giovanni Caspani, ha iscritto nel registro degli indagati il titolare di una ditta londinese e due intermediari per l’acquisto, nel pieno dell’emergenza, di 350 mila mascherine arrivate in ritardo e con caratteristiche diverse rispetto a quelle del preventivo.

(di Luca Laviola/ANSA)

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