Stop mobile licenziamenti, no finché c’è la Cig

Operai in una azienda del settore metalmeccanico.
Operai in una azienda del settore metalmeccanico. (ANSA)

ROMA.  – Rinvio delle tasse per gli autonomi, fiscalità di vantaggio al Sud, fondi per i centri storici, e blocco dei licenziamenti “mobile”. Cambia ancora il menu del decreto  di agosto, che stanzia altri 25 miliardi in deficit per aiutare l’economia a resistere alla crisi innescata dal Coronavirus.

Il cuore del compromesso raggiunto nel governo per tenere insieme la necessità di proteggere i posti di lavoro e quella delle imprese di tornare gradualmente alla “normalità” sta nella proroga del divieto di licenziamento che non avrà una data fissa ma durerà fino a che ci saranno a disposizione aiuti pubblici, dalla Cig Covid allo sgravio sui contributi per i dipendenti che rientrano.

Ma nelle ore concitate della trattativa sul decreto agosto, la spunta anche la proposta di sgravi mirati al Sud, intanto per tre mesi.

La norma per aiutare il Mezzogiorno, fortemente voluta dal ministro Beppe Provenzano, vale circa 1 miliardo per il 2020 (e 4 miliardi a regime) e concederà a tutte le aziende insediate nel Sud Italia uno sconto del 30% dei contributi complessivi per i dipendenti, dall’1 ottobre al 31 dicembre. Lo sgravio poi proseguirà, previo via libera di Bruxelles, fino al 2025. Negli anni successivi l’incentivo calerà, al 20% fino al 2027 e al 10% fino al 2029).

Per tutte le imprese cambia intanto il quadro degli aiuti sul lavoro: il governo conferma il finanziamento di altre 18 settimane di Cig Covid (9+9) che si potranno utilizzare a partire dal 13 luglio e fino alla fine dell’anno. Chi dovesse beneficiarne per intero terminerà la disponibilità di ammortizzatori di emergenza a metà novembre e solo da quel momento in poi si potrà tornare a licenziare.

Il divieto avrà poi scadenza variabile, a seconda dell’utilizzo continuo o frammentato della cassa Covid. Allo stesso modo i licenziamenti saranno inibiti anche per quelle imprese che beneficiano dello sgravio di 4 mesi dei contributi destinati a chi, dopo avere utilizzato la Cig a maggio e giugno, smette di accederé all’ammortizzatore e fa rientrare i dipendenti in azienda.

La decontribuzione, fruibile entro la fine dell’anno, sarà al 100% nel limite di 8.060 euro annui, riparametrato e applicato su base mensile.

Tra le novità dell’ultima ora anche il rinvio per lavoratori autonomi, soggetti Isa e forfettari degli acconti in scadenza a novembre (che si possono comunque calcolare in base alle previsioni di incasso e non in base all’andamento dell’anno precedente), che si accompagnerà alla diluizione dei pagamenti di tasse e contributi sospesi a marzo, aprile e maggio, nel pieno del lockdown (50% quest’anno, il resto spalmato su 2021 e 2022).

Per le attività nei centri storici arriverà poi un nuovo contributo a fondo perduto, parametrato sulle perdite, per il quale dovrebbero essere stanziati 400 milioni.

Mentre si trata ancora sul bonus per la ristorazione, altre misure dovrebbero avere trovato una versione definitiva per entrare nel testo atteso in Cdm domani, dall’aumento a 300mila euro degli investimenti nei Pir che potranno godere della detassazione e l’estensione del Fondo di garanzia alle imprese del terzo settore.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)

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