Migliaia i pazienti cronici di Covid nel mondo

Un dottore indiano coperto con indumentaria protettiva para a bambini nel centro di attenzione del Covid-19 Hospital in un ospedale a Nuova Delhi.
Un dottore indiano coperto con indumenti protettivi con dei bambini nel centro di attenzione del Covid-19 in un ospedale a Nuova Delhi. EPA//HARISH TYAGI

ROMA. – In attesa che arrivino studi più rigorosi che determinino quanto possono durare effettivamente i sintomi del Covid-19, sono i racconti di decine di migliaia di pazienti in tutto il mondo a confermarlo. In una percentuale non indifferente dei casi l’infezione diventa una malattia cronica con sintomi per mesi.

Negli Usa, racconta la rivista del Mit Technology Review, si sono già organizzati sui social. La prima a lanciare un appello alle persone con sintomi prolungati è stata Gina Assaf, una consulente di Washington, anch’essa vittima del virus e delle conseguenze a lungo termine.

Il gruppo lanciato sul social Slack, che ha già un gemello britannico, ha raccolto in poco tempo oltre 7mila esperienze, oltre a dare vita a gruppi di supporto su Instagram e Whatsapp.

Una parte di queste è confluita in un vero e proprio studio scientifico, coordinato da sei ricercatori, che è stato il primo a fare un inventario dei problemi persistenti, che comprende fatica cronica, palpitazioni, respiro corto, dolori articolari ma anche sintomi più gravi a danno di polmoni, reni e cervello, e sta proseguendo per verificare la potenziale durata.

Sulla base dei primi risultati anche il Cdc americano ha pubblicato un articolo, in cui ipotizza che i sintomi cronici possano riguardare fino a un terzo dei pazienti. “Il Covid-19 può portare a malattia prolungata – si legge – anche tra i giovani adulti senza condizioni cliniche preesistenti”.

Il fenomeno è stato riscontrato anche in Italia, e con numeri ancora più consistenti. Uno studio dei ricercatori del Policlinico Gemelli di Roma su 179 pazienti pubblicato a luglio ha trovato che nella maggior parte dei pazienti analizzati a due mesi dalla diagnosi rimaneva almeno un sintomo, soprattutto la stanchezza cronica.

In attesa che con il progredire dell’epidemia ci siano osservazioni più rigorose non mancano gli esempi di ‘pazienti cronici’ diventati famosi. L’attrice Alyssa Milano ad esempio ha lamentato in un post due giorni fa la perdita dei capelli, che lei attribuisce all’infezione avuta lo scorso aprile.

Il corrispondente del Guardian Luke Harding racconta sul sito del quotidiano di avere ancora problemi cinque mesi dopo l’infezione. Pochi giorni fa il blog della rivista scientifica Bmj ha pubblicato una lettera di tre medici, tutti guariti ma ancora con sintomi, che lamentava il fatto che i pazienti cronici sono “fuori dalla narrativa” quando si parla di Covid-19.

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