Bonus Covid, l’Antifrode indaga su altre 40mila domande

In fila agli sportelli dell'Inps. Quota
Pensionati in fila agli sportelli dell'Inps.

ROMA. – Nel mirino dell’Inps ci sono circa 40 mila persone. E non sono solo politici. In audizione in commissione Lavoro alla Camera, il presidente dell’Istituto, Pasquale Tridico, ha fatto capire che i parlamentari e i consiglieri regionali che hanno preso i 600 euro rappresentano solo l’aspetto più “rumoroso” della vicenda. Se per loro è una questione di opportunità, ma non di truffa, per gli altri chissà.

Magari qualcuno sarà chiamato a restituire dei soldi, perché non aveva diritto di chiederli. Tridico ha ricordato che a marzo e aprile, nel pieno dell’emergenza Covid, “la priorità era pagare tutto e subito”. I controlli sarebbero arrivati in un secondo tempo.

Quando, a fine aprile, è stato il momento, uno dei criteri seguiti dall’Antifrode dell’Inps per risalire alle posizioni sospette è stato quello di individuare i richiedenti che non rispettassero un preciso requisito per ottenere il bonus: non essere iscritti ad altre forme previdenziali.

Fra le 40 mila posizioni emerse, c’erano quelle dei consiglieri comunali e dei parlamentari, che sono “iscritti a particolari forme di previdenza”, ha detto il presidente dell’Inps. Non è detto che i nomi usciti da questa scrematura siano tutti di persone che non avevano diritto all’indennità. Si tratta solo di una prima verifica.

“Nel condurre questa attività di controllo – ha poi aggiunto Tridico – è stata focalizzata l’attenzione sugli amministratori locali su cui era necessario un approfondimento”. I dati sono stati quindi incrociati con quelli del Parlamento e del Viminale. “Non è stata una caccia alle streghe – ha detto Tridico – Su tutti, anche sugli imprenditori che hanno fatto richiesta di sussidio Covid, l’azione di controllo è aperta e tuttora in corso”.

Fra i controlli dell’Antifrode e il momento in cui l’Inps si è attivata “non sono passati due anni, sono passati giugno e luglio”, ha detto Tridico. “L’esigenza era pagare – ha ribadito – l’Inps nel frattempo era occupato a pagare, non a recuperare gli indebiti che, in genere, nell’istituto sono molto, molto storici. Ma faremo tanti riesami, c’è una lista di 40 mila persone, che non sono politici ma cittadini normali, che necessitano approfondimenti e forse il recupero”.

(di Giampaolo Grassi/ANSA)

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