Stefano Feltri: “Domani un giornale liberal che bada al sodo”

La home page del nuovo giornale "Il Domani" da oggi nelle edicole
La home page del nuovo giornale "Il Domani" da oggi nelle edicole. ANSA/IL DOMANI EDITORIAL USE ONLY NO SALES

ROMA. – Titoli in nero e occhielli rossi, un carattere di facile lettura, una sola grande foto in prima pagina. Si presenta così Domani, la nuova creatura editoriale voluta da Carlo De Benedetti da oggi in edicola. Poco spazio alle notizie del giorno prima, nessuno alla polemica politica, tanti approfondimenti in venti pagine, di cui alcune dedicate alla pubblicità. Tre sezioni: Fatti, Analisi e Idee, oltre a una pagina con notizie brevi dall’Italia e dal mondo intitolata La Giornata.

“E’ vero che sembra un po’ da matti aprire un giornale nel pieno di una grave crisi economica e nel declino dell’editoria mondiale, ma è anche vero che è un momento in cui c’è una grande domanda di informazione”, racconta il direttore Stefano Feltri in un’intervista all’ANSA.

“La pandemia ha spinto un po’ tutti a cercare nei media tradizionali delle risposte – prosegue -. Siamo un giornale da tanti punti di vista figlio del Covid, nato per rispondere alla domanda di analisi e inchiesta, ma con un approccio diverso rispetto a un giornalismo italiano troppo centrato sulla politica e sulla polemica di giornata. Noi vogliamo andare subito al sodo”.

Nell’editoriale di apertura Feltri spiega che il giornale difenderà le ragioni della democrazia liberale, con un’attenzione particolare alla lotta alle diseguaglianze e ai temi ambientali. “E’ un giornale liberal, di sinistra ma non conservatore – afferma il direttore -. La sinistra in Italia è una forza di conservazione, che vuole preservare certi equilibri. Noi vogliamo rappresentare chi pensa che si possa uscire da questa crisi meglio di come ci siamo entrati e la priorità non sia tenere tutto come era prima, ma andare in una direzione più equa e sostenibile”.

Sede in via Barberini a Roma, una ventina di giornalisti in redazione, Domani può contare su 4mila abbonamenti digitali ed è arrivato in edicola al costo di 1 euro con una tiratura di 200mila copie. “Il giornale costa poco e anche l’abbonamento è a portata di tutti – spiega Feltri -. Tra un anno guarderemo più agli abbonamenti digitali che alle vendite in edicola: se arriveremo a 10mila abbonamenti sarò molto contento. In edicola siamo partiti con una tiratura alta per farci conoscere nella fase di lancio, poi l’aggiusteremo vedendo come rispondono i lettori”.

Feltri spiega che “il sito, dove pubblicheremo anche inchieste e scoop, sarà la parte centrale del lavoro quotidiano, mentre la carta sarà il supporto migliore per articoli più lunghi e ragionati”.

Domani nasce dall’iniziativa di Carlo De Benedetti, che ha finanziato il progetto. Dopo la fase di avvio, le azioni passeranno a una fondazione che dovrebbe garantire risorse e autonomia. La pubblicità? “Se arriva va benissimo, ma il nostro primo obiettivo è conquistare lettori – assicura Feltri -. Al Fatto Quotidiano ho apprezzato che stare in un giornale che dipende dai lettori ti permette di poter parlare liberamente dei veri poteri forti del Paese, che sono quelli economici. Sono abituato a lavorare così e non faccio passi indietro”.

Oltre alle inchieste, coordinate da Emiliano Fittipaldi, una ampia squadra di collaboratori, da Walter Siti a Gianrico Carofiglio, da Arianna Farinelli a Igiaba Scego, da Nadia Urbinati a Alessandro Penati, sarà chiamata a commentare il presente e fornire idee sul futuro, con “l’ambizione – scrive Feltri nell’editoriale di apertura – di costruire insieme ai suoi lettori un destino differente da quello prodotto dalla somma di scelte ed errori passati”.

“La carta sopravvive se ha un senso e noi cercheremo di darglielo – dice ancora all’ANSA -. Mi sono appassionato alla carta in America: leggere il New York Times la domenica era il mio piacere più grande. Vorrei ricreare quella esperienza, trasmettere ai lettori il piacere di avere in mano un prodotto di carta”.

(di Michele Cassano/ANSA)

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