Santa Sede-Cina: il Vaticano lavora a risposta alle dichiarazioni Usa

In una foto d'archivio Papa Francesco e Mike Pompeo.
In una foto d'archivio Papa Francesco e Mike Pompeo. ANSA/VATICAN MEDIA

CITTÀ DEL VATICANO. – L’uscita a freddo di ieri da parte del segretario di Stato Usa Mike Pompeo contro il rinnovo dell’accordo tra la Santa Sede e la Cina Popolare sulle nomine dei vescovi viene visto in Vaticano come una chiara “interferenza”. E comunque il suo risultato non sarà certo di far interrompere l’iter affinché si reiteri l’intesa col governo di Pechino, a due anni dalla storica firma ‘ad experimentum’. A breve, anzi, si elaborerà una risposta ufficiale.

L’intervento a gamba tesa, con una serie di tweet, da parte del capo della diplomazia Usa è stato accolto con sorpresa in Prima Loggia, dove risiedono gli uffici dei vertici diplomatici della Segreteria di Stato vaticana, in particolare dopo la lettura delle rassegne stampa di questa mattina.

L’espressione più usata, con un certo tono di irritazione, è stata quella di “passo falso” da parte del segretario di Stato della presidenza Trump, tra l’altro molto legato alle sue origini italiane. Era evidente nei volti dei più stretti collaboratori del Pontefice una sensazione di fastidio per quella che è stata vissuta come una interferenza, sferrata anche un po’ a freddo, “come se vi fosse stata una accelerata magari indotta dall’equivoco che il rinnovo dell’accordo sia in questi giorni a settembre, mentre avverrà ad ottobre, nell’anniversario della sua entrata in vigore”.

In ogni caso, hanno spiegato le fonti vaticane, non solo l’orientamento del Papa sulla questione delle nomine episcopali, tema squisitamente ecclesiastico e quindi non riducibile agli schemi della politica estera internazionale, né tantomeno schiacciabile sullo scontro Usa-Cina, esacerbato anche dalla campagna elettorale americana, non cambierà, ma ci si chiede, anche in modo retorico, che cosa volesse ottenere l’attuale amministrazione Usa con i tweet di ieri.

“Sembra un gesto affrettato, la nostra posizione è nota, abbiamo rapporti fluidi e cordiali con gli americani, sanno in che percorso siamo impegnati. E poi che vorrebbero che facessimo? Se la Santa Sede non rinnova l’accordo perché a dirlo sono loro, sarebbe del tutto imprudente: comporterebbe a quel punto davvero esporre i cattolici alle ritorsioni del Partito comunista”.

Al momento non ci sarà una reazione immediata del Vaticano. Ma i vertici della Segreteria di Stato si confronteranno su una risposta ufficiale a Pompeo, ancor più perché il segretario di Stato Usa è atteso in Vaticano il 29 settembre per trattare il tema della libertà religiosa. E’ probabile, quindi, che entro quella data, ci sarà una nota della Segreteria di Stato da diffondere o tramite la Sala stampa o indirizzandola direttamente all’ambasciata americana presso la Santa Sede.

(di Nina Fabrizio e Fausto Gasparroni/ANSA)

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