In Europa 5 milioni di casi. Germania, “fase seria”

Coronavirus: controlli della polizia al confine Germania-Polonia.
Coronavirus: controlli della polizia al confine Germania-Polonia. EPA/FILIP SINGER

ROMA.  – Nessuno in Europa è al riparo dalla seconda ondata della pandemia. Neanche la Germania, dove il peggio deve ancora arrivare, avvertono i suoi esperti, nel giorno in cui anche il ministro degli Esteri Heiko Mass si è messo in quarantena a scopo precauzionale. Nel Vecchio

Continente, che ha superato la soglia psicologia dei 5 milioni di contagiati, la Francia effettua una nuova stretta su Parigi e la falcidiata regione di Madrid ha invocato l’esercito per gestire le zone rosse in cui quasi un milione di spagnoli sono costretti all’isolamento.

La Germania, rispetto agli altri grandi Paesi europei, ha subito un impatto più lieve durante la prima ondata. E l’evoluzione dei nuovi contagi per ora resta sotto la soglia media dei 2.000. Ora, però, “dobbiamo cambiare alcune cose perché la pandemia inizierà seriamente soltanto adesso. Anche da noi”.

L’avvertimento è arrivato da Christian Drosten, virólogo dell’ospedale Charité che rappresenta una delle voci più autorevoli del panorama scientifico nazionale. “Non abbiamo fatto le cose meglio degli altri finora, abbiamo soltanto reagito prima”, ha sottolineato, invitando le autorità e la popolazione a non abbassare la guardia e a non trattare la questione con superficialità, con “modi da stadio”.

Tutto questo mentre il ministro Maas si è messo in auto-isolamento dopo aver scoperto che uno degli addetti alla sua protezione è affetto dal Covid. Il primo test a cui si è sottoposto è stato negativo.

Con numeri da piena emergenza, oltre 10mila contagi al giorno, si sta confrontando invece la Francia, dove è stato convocato un consiglio di difesa, con i ministri attorno al presidente Emmanuel Macron. Le preoccupazioni più grandi in questa fase si concentrano su Parigi, in cui le misure restrittive sono considerate indispensabili.

Nella capitale il tasso di incidenza del virus è salito ed ha toccato i 204 casi su 100.000 persone, al di sopra del dato registrato a Lione e Marsiglia. Sul tavolo di Comune e Prefettura sono stati messi, fra l’altro, il divieto di vendita di alcol dopo le 20, il limite di assembramento a 10 persone e quello di partecipazione a grandi eventi da 5.000 a 1.000.

Nessun giro di vite, invece, sui trasporti né sulle aperture di bar e ristoranti, per la decisa opposizione della sindaca Anne Hidalgo, che non vuole colpire ulteriormente la vita economica e sociale.

Anche la capitale spagnola, Madrid, sta facendo fronte ad una situazione potenzialmente esplosiva. Le autorità regionali, dopo aver ripristinato il lockdown in sei quartieri della città ed altri 7 comuni, hanno chiesto al governo centrale l’intervento dell’esercito per l’installazione di tende, l’esecuzione di test e lavori di disinfezione. Servono anche 200 medici extracomunitari, per far fronte alla carenza di personale, e agenti della polizia nazionale per le ispezioni.

La prossima settimana, inoltre, potrebbero scattare ulteriori restrizioni, con un ampliamento del numero di aree a mobilità ridotta nella regione. Se si considera che nelle zone senza restrizioni si viaggia a oltre 1.000 contagi ogni 100.000 abitanti.

I nuovi casi hanno raggiunto un ulteriore picco nel Regno Unito: oltre 6.000, alla vigilia dell’entrata in vigore delle nuove restrizioni annunciate da Boris Johnson. Il premier, ormai pienamente consapevole che con il Covid non si può scherzare, ha persino minacciato l’intervento di esercito e polizia per far rispettare le regole.

In un’isola che ormai è in regime di semi-libertà, con oltre 15 milioni di persone tornate in lockdown, il tetto di 6 persone per le riunioni ed il coprifuoco notturno per pub e ristoranti. E dove il governo ha rinunciato  alla finanziaria d’autunno, perché la crisi economica provocata dal coronavirus non autorizza piani a lungo termine.

(di Luca Mirone/ANSA)

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