Salvini accerchiato. Toti: “Ora federazione del Centrodestra”

Matteo Salvini durante la trasmissione di 'Porta a Porta',
Matteo Salvini ospite della trasmissione di 'Porta a Porta', Roma, 23 Settembre 2020. EPA/Riccardo Antimiani

ROMA. – Tutti contro tutti nel centrodestra, tra malumori, accuse e risentimenti, due giorni dopo l’esito delle regionali. In questo clima di ‘redde rationem’ post voto, a fare da parafulmine delle critiche è il segretario federale della Lega. In prima linea nel demolire la leadership di Matteo Salvini, Giovanni Toti e Mara Carfagna, la coppia che tempo fa, ma solo per qualche mese, tentò di rilanciare le sorti di Forza Italia.

“Matteo potrebbe essere l’architetto del centrodestra, ma al momento – attacca il governatore ligure dalle colonne del Corriere – non mi risulta che abbia alcun progetto. Si concentra solo sulle sue battaglie, va per conto suo. Non ascolta chi gli vuole bene. E a forza di dare spallate, finisce per rimediare una lussazione dopo l’altra”.

Ancora più definiva Mara Carfagna che dalle colonne del ‘Mattino” sancisce “finito”, “il quinquennio d’oro del populismo”. Certo, ragiona la vicepresidente azzurra della Camera, “porta ancora molti voti a Lega e FdI ma spaventa i moderati e quindi chiude la via del governo”.

Acido in mattinata il commento del ‘Capitano’: “Se Toti ha vinto è grazie alla coalizione”, replica laconico. Ancora più secca la reazione del deputato leghista ligure, Edoardo Rixi, che definisce le parole di Toti “uno scivolone mediatico frutto della poca lucidità post ubriacatura elettorale”. “Spero che Toti ritorni in sé – conclude Rixi – e recuperi la memoria, ricordandosi che senza la Lega e senza Matteo Salvini non sarebbe dove è oggi”.

Più tardi, sempre Toti, ma su Facebook rettifica il tiro chiedendo a Salvini di “costruire una costituente del nuovo centrodestra, una federazione nuova di forze, che raccolga tutte le energie migliori nate in questi anni”. “Colgo qualche malumore intorno a una mia intervista sul Corriere della Sera”, scrive Toti, sottolineando che il suo “voleva invece essere uno sprone a costruire il centrodestra del futuro”.

Ma al di là delle buone maniere e dei fraintendimenti, il suo ragionamento è chiarissimo: “”Se Salvini vuole essere il leader del centrodestra e ritengo che sia l’unico che in base ai numeri i cittadini hanno investito di questo compito, dovrebbe togliersi la maglietta della Lega, come fece Berlusconi, e cambiare schema di gioco, mettere un coordinatore della Lega”.

Stavolta, la replica di Salvini, dopo aver incontrato i suoi coordionatori regionali, è interlocutoria: “Ogni cosa a suo tempo”, ma più tardi a “Porta a Porta”, rivendica con orgoglio che la Lega è il primo partito del Paese e avanza nel sud, dove non ha mai avuto consiglieri eletti, si pensi a Campania e Puglia. Solo le prossime settimane si capirà se l’ex ministro pensa a una strategia di questo tipo o meno.

Detto questo, tra la Lega e Fratelli d’Italia continua l’eterna concorrenza interna all’interno del fronte sovranista. Sempre sul Corriere, lo stesso Salvini si toglie qualche sassolino dalle scarpe ribadendo, soprattutto alla luce della sconfitta, tutte le sue riserve, del resto già assai note, rispetto ai candidati della Puglia e della Campania, Raffaele Fitto e Stefano Caldoro, scelti rispettivamente Fratelli d’Italia e da Forza Italia.

“E’ l’offerta del centrodestra in generale a non essere all’altezza”, sancisce Salvini. “Un errore – osserva .- che ci serva da insegnamento per le prossime comunali, dove dovremo scegliere persone dell’impresa, delle professioni e del lavoro”. Un messaggio chiarissimo per mettere uno stop a ogni possibile candidatura ‘politica’ soprattutto a Roma, ipotesi vista con qualche interesse dal partito di Giorgia Meloni, in favore di un esponente del mondo dell’impresa.

(Di Marcello Campo/ANSA)

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