Fine odissea Alan Kurdi. Migranti a Olbia, poi in Ue

La Alan Kurdi in una foto d'archivio.
La Alan Kurdi in una foto d'archivio. (ANSA)

ROMA. – La nave umanitaria Alan Kurdi al riparo nella rada di Olbia in Sardegna, con 125 migranti a bordo. In Italia, assicura il Viminale, ne resteranno solo 25 mentre altri saranno dislocati in vari Paesi europei. Una decisione, quella dell’eventuale sbarco, ritenuta però “non opportuna” dal governatore sardo Solinas.

I nuovi arrivi sull’Isola proseguono mentre in Campania si consuma un nuovo dramma: nel Beneventano un giovane migrante è morto dopo essere stato travolto dal tir sul quale si era nascosto per varcare i confini. Restano sotto i riflettori i nuovi arrivi e i trasferimenti dei migranti in tutto il Paese, in particolare dall’hotspot di Lampedusa, che dovrebbe essere svuotato un queste ore con nuovi spostamenti sulle navi della quarantena.

La situazione più delicata riguarda però l’imbarcazione della ong tedesca Sea Eye che, inizialmente diretta a Marsiglia con i naufraghi soccorsi da giorni, ha ricevuto il ‘no’ dalla Francia ed è ora arenata sulle coste sarde, prima ad Arbatax e poi ad Olbia.

“La nave Alan Kurdi non è adeguata a sopportare un mare molto mosso, per questo hanno chiesto di entrare ad Arbatax. Abbiamo dato rifugio e abbiamo sentito anche i Paesi europei, che hanno dato disponibilità a prenderli tutti tranne 25 che dovrebbero rimanere in Italia. Il porto è chiuso, ma se la situazione del mare peggiora verrà data la possibilità di sbarcare ben sapendo che, pur facendo i 14 giorni di quarantena, verranno immediatamente dislocati altrove”, spiega il ministro Luciana Lamorgese.

Poi l’indicazione di Olbia come porto di destinazione. Gli arrivi sull’Isola con i barchini però proseguono senza sosta. Nelle ultime ore sono arrivati complessivamente, nel Sud della Sardegna, 32 stranieri. Tutti sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza di Monastir dove rimarranno in quarantena. Vista la situazione, il ministro dell’Interno ha precisato che dall’inizio dell’anno gli sbarchi sono stati un circa un migliaio: “un numero non elevatissimo rispetto a ciò che avviene sul resto del territorio”.

Le prefetture di Nuoro e Oristano hanno assicurato la disponibilità di ulteriori strutture per l’alleggerimento del Cas di Monastir, che ospita circa 200 migranti. Altri 2.338 sono invece sulle cinque navi utilizzate per l’isolamento anti-Covid. Dopo l’ennesima difficile estate sul fronte dei flussi migratori, viene tracciato anche un primo bilancio.

I migranti provenienti dalla Libia e sbarcati in Italia nel corso dell’anno sono stati 9.139, il 40% del totale alla data del 23 settembre, a fronte dei 23.273 migranti arrivati complessivamente dall’inizio dell’anno. Dal primo settembre 2019 sono sbarcati circa 9.200 tunisini mentre nello stesso periodo di riferimento, nell’anno precedente, erano poco più di 2.600. Sensibile incremento di arrivi anche dall’Algeria: dal primo gennaio al 23 settembre 2020 sono giunte 1.052 persone algerine a fronte dei 600 dello stesso periodo dell’anno scorso.

“Il quadro internazionale nel 2020 è stato molto più complesso e ciò non può che avere ripercussioni sul fenomeno migratorio”, commenta Lamorgese riferendosi ai numeri.

Non solo sbarchi e trasferimenti. In provincia di Benevento, a Paduli, un giovane migrante, che si era nascosto tra il rimorchio e la motrice di un autoarticolato per raggiungere in maniera irregolare l’Italia, è caduto ed è morto schiacciato dal mezzo. Da una prima ricostruzione, il tir era partito dalla Bulgaria ed era diretto in Portogallo dopo essere sbarcato a Brindisi, non prima di effettuare una sosta nel piazzale di un’azienda sannita di tabacchi, dove avrebbe dovuto caricare un quantitativo di sigari.

(di Lorenzo Attianese/ANSA)

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