Mafie: Rapporto Lazio, rischio clan su fondi Covid

Sono quattordici i ristoranti sequestrati questa mattina dai carabinieri di Roma.
Sono quattordici i ristoranti sequestrati questa mattina dai carabinieri di Roma. ANSA/UFFICIO STAMPA CARABINIERI

ROMA. – La crisi economica legata al Covid potrebbe diventare terreno fertile per le organizzazioni mafiose attive sul territorio del Lazio. Mafie tradizionali e autoctone sono pronte a mettere le mani sui fondi che arriveranno nei prossimi mesi dall’Unione europea. L’allarme è stato lanciato nel corso della presentazione del V rapporto sulle Mafie nel Lazio presentato all’interno di una villa confiscata alla mafia alla Romanina, da sempre feudo del clan dei Casamonica.

“Dobbiamo mettere al riparo dalle mafie le nuove risorse europee” ha affermato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per il quale che “c’è la percezione a volte di essere assediati. Dovremo fare azioni di contrasto alla criminalità sui fondi europei, con protocolli affinché non si attivi il controllo solo dopo la denuncia del malaffare. La lotta alle mafie sia al centro dell’agenda politica. Il messaggio che vogliamo dare è che a Roma, nella nostra regione, non possono esserci zone occupate dalle mafie. Tutti insieme dobbiamo collaborare per risvegliare principio civico”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il prefetto della Capitale, Matteo Piantedosi, per il quale “l’attenzione va posta su scenari futuri indotti dal Covid e dovuti all’arrivo di nuovi fondi che andranno preservati dall’interesse dai gruppi criminali. Dobbiamo stare attenti a questa miscela esplosiva, serve prevenzione, bisognerà buttare il cuore oltre l’ostacolo”.

Nel Lazio, così come emerge dal rapporto annuale, resta composito il panorama dei gruppi criminali organizzati. Oltre alla presenza oramai “storica” di organizzazioni come ‘ndrangheta e camorra, stanno aumentando il loro potere anche clan provenienti dall’estero, soprattutto dall’Est europa. Nell’ultimo anno sono state 473 le persone finite nel registro degli indagati per reati di mafia o aggravati dal metodo mafioso e oltre 10 mila le segnalazioni per operazioni bancarie sospette.

Nel periodo preso in esame dalle statistiche della locale distrettuale antimafia sono state indagate per reati di associazione mafiosa 295 persone e 178 per reati aggravati dal cosiddetto metodo mafioso. Nel 2019 sono state portate a termine il 14,81% di operazioni antidroga avvenute sul territorio nazionale, l’8,81% le sostanze stupefacenti sequestrate, e il 15,86% le persone segnalate all’autorità giudiziaria. Complessivamente in questo anno sono stati sequestrati 3691,60 kg di droga.

Per quanto riguarda i beni confiscati ai clan attualmente sono 1243 sono in gestione da parte dell’agenzia nazionale e 821 sono stati destinati al riutilizzo sociale e istituzionale, come previsto dalla legge. Sul fronte delle illegalità economiche, la Banca d’Italia ha segnalato per il Lazio 10.567 operazioni sospette di cui 9037 a Roma.

“Elemento nuovo sono le narcomafie che gestiscono spaccio e fanno anche usura, recupero credito ed estorsioni con il metodo mafioso. Si tratta di una evoluzione dei clan, un salto di qualità verso associazione mafiosa”, ha aggiunto il presidente dell’Osservatorio Legalità e Sicurezza della Regione Lazio, Gianpiero Cioffredi.

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