Coronavirus: i medici sfatano una nuova fake, nessun danno dai tamponi

Tamponi per il Covid-19 in modalità drive-in, presso il Santa Maria della Pietà dell'ASL Roma 1,
Tamponi per il Covid-19 in modalità drive-in, presso il Santa Maria della Pietà dell'ASL Roma 1, Roma, 21 agosto 2020. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Medici in campo per sfatare l’ennesima fake news circolata negli ultimi giorno sui social: non è assolutamente vero che fare il tampone danneggi la barriera ematoencefalica del cervello. La rassicurazione arriva direttamente dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) con la nuova scheda di Dottoremaeveroche pubblicata proprio sul sito anti bufale.

Per far comprendere che il bastoncino del tampone è sicuro e non provoca alcun danno, i camici bianchi spiegano che cos’è la barriera ematoencefalica. “Il cervello ha molti livelli di protezione. Il primo è ovviamente il cranio, tra il cranio e il cervello sono presenti una membrana protettiva e un fluido. La barriera ematoencefalica, che si trova all’interno di queste protezioni, è uno strato di cellule presente nei vasi sanguigni che circondano il cervello.

Il suo compito è impedire alle molecole che circolano nel sangue di arrivare nel cervello, lasciando però passare l’ossigeno. Per questo, per poterla raggiungere, il bastoncino del tampone inserito nel naso dovrebbe riuscire ad attraversare più strati di tessuto e perforare ossa e vasi sanguigni.

Un altro aspetto che aiuta a smentire questo falso circolato sul web riguarda il bastoncino del tampone. Su internet si parla di ‘bacchette’ robuste in grado di rompere le diverse protezioni. “Al contrario – chiarisce la Fnomceo – il tampone è flessibile e molto, molto difficilmente potrebbe perforare le barriere ossee nella cavità nasale arrivando addirittura alla barriera ematoencefalica.

Va sottolineato che il bastoncino è costruito per essere spaccato a metà in un preciso punto di rottura: la parte che raccoglie il campione viene posta in un contenitore e fatta analizzare, mentre la parte tenuta in mano dall’operatore sanitario viene esclusa e gettata via”.

In molti infine si chiedono perché, se il virus SARS-CoV-2 si diffonde quando una persona infetta tossisce o starnutisce piccole goccioline nell’aria, non si possa semplicemente soffiare con forza sul tampone. La risposta è molto semplice: “respirando o soffiando potrebbe non essere possibile riuscire a catturare le particelle virali o le cellule che trasportano il virus. Al contrario, inserendo un tampone all’interno del naso o della gola si producono risultati più accurati”.

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