Manca personale, stop metro a Roma. Bus strapieni

Turisti nella metropolitana di Roma.
Turisti nella metropolitana di Roma. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Mattinata di caos per i passeggeri della metro C di Roma. L’intera linea alle 5.30 non ha riaperto. E’ rimasta chiusa perché mancava il numero minimo di personale. Uno stop durato circa cinque ore, quando con lo scattare del secondo turno gli addetti sono stati sufficienti per riaprire.

L’ipertecnologica metro C, dotata di treni a guida automatica, senza macchinista, con 19 Km di tracciato e 22 stazioni collega il quadrante est della Capitale con il centro. Lo stop ha prodotto per gli utenti 5 ore di disagi. I bus sostitutivi sono stati presi presi d’assalto.

“Bus stracarichi e distanziamento addio” hanno raccontato alcuni passeggeri, sottolineando il mancato rispetto delle norme anti-Covid. “Questo supera ogni cosa. È imbarazzante, vergognoso” ha osservato un cittadino sui social. “La settimana inizia male – ha aggiunto un altro – i bus navetta sono stati presi d’assalto”.

L’Atac ha subito avviato accertamenti “approfonditi per chiarire le ragioni che hanno provocato la mancata apertura” della metro C “per indisponibilità di personale. Il numero di agenti di stazione presenti a inizio turno, infatti, non era sufficiente per garantire l’esercizio in sicurezza della linea”.

L’azienda che gestisce il trasporto pubblico capitolino sta controllando “i documenti giustificativi giunti in azienda da parte del personale assente, anche per valutare eventuali azioni davanti alle autorità”. A presentarsi stamattina a lavoro sarebbero stati meno della metà degli addetti di linea previsti. In ogni turno ne sarebbero impiegati una decina e la metà rappresenterebbe la soglia minima per poter aprire la linea.

“Da quello che ci risulta stamattina erano meno di dieci gli assenti – ha detto il segretario regionale di Filt Cgil Daniele Fuligni-. L’anomalia non è che ci siano 5 o 6 quarantene in più, ma come mai una metro così importante chiude con 5 o 6 dipendenti assenti. L’azienda da anni gestisce in modo emergenziale una linea che ormai è diventata di importanza come le altre. Va gestita con risorse e personale adeguato. C’è una cronica carenza di organico”.

La vicenda ricorda quella della notte di Capodanno 2015, quando l’83% dei vigili di Roma, quasi 800, non si presentarono in servizio esibendo certificati di malattia e permessi per la legge 104. Ma stavolta il numero delle assenze appare assai più esiguo, ma sufficiente a fermare la linea metro. Tra le ipotesi non si esclude quella di una forma di protesta degli addetti.

Si è già mossa la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali che ha invitato l’Atac “a comunicare con urgenza, entro 24 ore, ogni utile informazione, corredata da idonea documentazione”. Il Codacons ha annunciato che presenterà oggi “un esposto alla Procura di Roma, in cui si chiede di aprire una indagine per interruzione di pubblico servizio, accertando le responsabilità connesse alla chiusura della linea C “.

L’episodio ha comunque riproposto il tema dei disservizi nel trasporto pubblico a Roma, aggravato dall’emergenza Covid. Per l’assessore alla Città in movimento di Roma Capitale Pietro Calabrese “quanto accaduto è ingiustificabile: parte del personale di stazione non si è presentato a lavoro impedendo di fatto l’apertura in sicurezza della linea. Un comportamento che ha provocato un’interruzione di servizio pubblico inaccettabile”.

Le opposizioni dal Pd alla Lega vanno all’attacco: sui bus sostitutivi si è superato di molto il limite del 50%. Carlo Calenda, leader di Azione e candidato sindaco, rincara: “La città è fuori controllo. Nel momento in cui, anche a causa del Covid, ci sarebbe bisogno di rafforzare il trasporto pubblico coinvolgendo il settore privato, i romani vengono piantati in asso da un’Amministrazione inetta e incapace”.

(di Chiara Acampora/ANSA)

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