Quasi tremila morti in Usa in 24 ore, come l’11 settembre

Protesta a Staten Island (New York) contro una delle misure anti-Covid che prevede il divieto di cenare all'interno dei ristoranti
Protesta a Staten Island (New York) contro una delle misure anti-Covid che prevede il divieto di cenare all'interno dei ristoranti. EPA/JUSTIN LANE

ROMA. – Negli ospedali degli Stati Uniti ogni giorno è un 11 settembre. Il numero delle persone uccise quotidianamente dal coronavirus si avvicina ormai alle quasi 3.000 vittime, come quelle degli attentati del 2001 alle Torri Gemelle del World Trade Center e al Pentagono. Sono queste le dimensioni che l’epidemia da coronavirus ha raggiunto in America: nella sola giornata di mercoledì i morti sono stati più di 2.880, un record assoluto da quando è esplosa la pandemia, che nel Paese ha già ucciso quasi 274 mila persone. E ancora – ammoniscono gli esperti della George Washington University – si devono materializzare le conseguenze del weekend del Thanksgiving, con i suoi spostamenti e le riunioni di famiglia.

I nuovi contagi intanto sono stati 200 mila, con i casi complessivi che sfiorano ormai i 14 milioni. Mentre resta critica anche la situazione dei ricoveri: martedì il loro numero ha raggiunto il massimo storico, oltre 100.000 secondo i dati del Covid Tracking Project: sono più o meno il doppio rispetto ai picchi di aprile e luglio. Quasi 20.000 di questi sono in terapia intensiva e almeno 6.855 sono costretti alla ventilazione artificiale.

A fronte di questa situazione molti ripongono le loro speranze nel vaccino che sta per arrivare. L’obiettivo è ora cercare di trasmettere fiducia all’opinione pubblica sulla sicurezza e sull’efficacia dei prodotti autorizzati dalle autorità federali.

Per promuovere la campagna di vaccinazione anti-Covid scenderanno in campo anche tre ex presidenti degli Usa: Barack Obama, George W. Bush e Bill Clinton hanno annunciato che si vaccineranno davanti alle telecamere. I tre ex inquilini della Casa Bianca hanno accettato di offrirsi come volontari quando la Food and Drug Administration – l’ente governativo che si occupa di regolamentare i prodotti farmaceutici – avrà autorizzato il primo vaccino.

Su questo fronte chi ha invece bruciato tutte le tappe è stato il Regno Unito, il primo Paese occidentale a dare il via libera al vaccino tedesco-americano di Pfizer/BioNTech. Dopo avere incassato martedì il semaforo verde dell’autorità di regolazione nazionale, l’arrivo delle prime dosi del farmaco è atteso a brevissimo e la settimana prossima dovrebbe iniziare la distribuzione al pubblico.

Anche in Russia il presidente Vladimir Putin ha ordinato di cominciare la vaccinazione di massa alla fine della settimana prossima. Finora sono state oltre 100.000 le persone che hanno ricevuto il vaccino sperimentale russo Sputnik V. Che sarà impiegato anche altrove: da ultimo il presidente argentino Alberto Fernández ha confermato che questa settimana sarà firmato un contratto con Mosca che permetterà la vaccinazione entro la fine dell’anno di 300.000 persone con il farmaco.

A riprova che la battaglia sul vaccino è considerata decisiva per superare definitivamente la pandemia, pure Facebook è scesa in campo annunciando l’intenzione di rimuovere “tutte le notizie false” su questi farmaci. A partire da adesso “inizieremo a rimuovere le false informazioni sui vaccini che sono state confutate dagli esperti”, hanno annunciato a Menlo Park, in quello che appare come l’ennesimo tentativo del social media di frenare la disinformazione online.

(di Salvatore Lussu/ANSA)

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