Emilio Buttaro e la “Voce” nella Giuria del Festival di Napoli

Il nostro corrispondente dall’Italia Emilio Buttaro farà parte della Giuria Internazionale del Festival di Napoli. Il collega che da diversi anni segue per il nostro giornale i principali eventi di spettacolo e sport del Bel Paese rappresenterà la “Voce” in occasione dell’attesa kermesse musicale in programma il 28, 29 e 30 dicembre.

Il Festival di Napoli trasmesso dalla Rai dal 1952 al 1971, ebbe la capacità di unire un popolo intero diventando un vero e proprio collante di culture in nome della musica. Sulle ceneri di quella mitica rassegna il Festival è tornato in grande stile con l’organizzazione di ANIA – Associazione Nazionale Italiana Artisti.

La linea è quella di essere uniti contro ogni forma di razzismo musicale, cercando di dar voce a nuovi talenti emergenti impegnati in un’attenta ricerca e sperimentazione. Il rinverdito Festival è diretto e ideato dal Maestro Massimo Abbate, artista a tutto tondo e figlio di Mario, uno dei più grandi interpreti della canzone napoletana. Dopo l’appuntamento albanese e quello tunisino l’obiettivo è di riportare la canzone napoletana nel mondo.

L’edizione 2020 del Festival di Napoli vedrà la partecipazione di moltissimi artisti, musicisti e ospiti. Si è già registrata l’adesione di grandi personaggi del mondo dello spettacolo, della cultura, della politica e della comunicazione. L’attesa rassegna è patrocinata dal Comune di Napoli e dalla Regione Campania. Nel 2017 il Festival ha avuto come Presidente di Giuria Giulio Rapetti Mogol mentre l’anno successivo si è registrato il gemellaggio con il Conservatorio di Musica San Pietro a Maiella di Napoli.

Il nostro giornale è stato selezionato tra i Media Partners Internazionali che contribuiranno a favorire il processo di ulteriore sviluppo all’estero del Festival. “Sarà un piacere e soprattutto un onore – ha spiegato il nostro corrispondente Emilio Buttaro – rappresentare la ‘Voce’ in qualità di membro della giuria ad una manifestazione così prestigiosa e di grandi tradizioni. Credo che la canzone napoletana rappresenti un modello mondiale, inimitabile e senza tempo”.

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