Torna il Festival di Napoli

Il Maestro Massimo Abbate.
Il Maestro Massimo Abbate.

Fervono i preparativi per l’edizione 2020 del Festival di Napoli. L’attesa kermesse musicale è in programma il 28, 29 e 30 dicembre. In queste settimane la macchina organizzativa è in pieno fermento con in testa l’ideatore e direttore del rinnovato Festival, il Maestro Massimo Abbate artista a tutto tondo e figlio di Mario uno dei più grandi interpreti della canzone napoletana.

Maestro, quali saranno i propositi di questa nuova edizione?

“Sicuramente diffondere la vera musica napoletana, promuovere lo studio, la ricerca trovando un giusto equilibrio tra innovazione e tradizione.

Può darci qualche anticipazione sugli ospiti attesi al Festival?

“Ne avremo 10 provenienti da tutto il bacino del Mediterraneo. Ci saranno ospiti dall’Albania, dove a settembre si è tenuta la prima sezione del Festival di Napoli nel mondo. Sarà rappresentato il Marocco con un musicista molto conosciuto, Muar Addin, il primo musulmano ad aver composto una canzone per il Papa. Gli ospiti provenienti dalla Sicilia proporranno un tema sociale molto sentito e poi sarà rappresentata la Puglia con un brano volto a celebrare e valorizzare la stessa regione ed ancora la Sardegna con lo storico gruppo dei Tazenda. Dal Portogallo arriverà un trio con una versione strumentale capace di mettere in risalto l’uso della chitarra portoghese, e poi avremo un’artista dalla Spagna mentre un ospite proveniente dalla Grecia, patria di tutte le arti reciterà un testo tratto da Omero. Infine l’isola di Malta con la presenza di un gruppo internazionale. Non mancheranno poi altre sorprese!”

Tenuto conto delle difficoltà e delle restrizioni del momento, come sarà strutturata la nuova edizione del Festival?

“Ci saranno 3 sezioni differenti (New Generation, Lirica e Ospiti), 2 presentazioni dal Salotto Culturale Napoletano di Casale dell’Abate mentre la sezione lirica sarà presentata da Villa Bruna, casa di Massimo Troisi, fondatore di ANIA – Associazione Nazionale Italiana Artisti”.

Dopo l’appuntamento albanese e in attesa di quello tunisino quali altre tappe internazionali potranno esserci nel futuro del Festival?

“Ci sono altri cantieri in via di costruzione, differenti progetti da portare avanti, collaborazioni aperte con molti Paesi che si affacciano sul Mediterraneo coinvolti in questa sesta edizione, ma anche oltreoceano”.

Infine, quale sarà la parola d’ordine della nuova imminente edizione del Festival di Napoli?

“Together We Can” e di certo “Addò tutto fernesce tutto accunmencia”

di Emilio Buttaro

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