2020 Annus Horribilis, 2021 anno della speranza

Medici e infermieri al lavoro senza sosta nel reparto di terapia intensiva per curare i pazienti covid all'ospedale di Vizzolo Predabissi

Si è chiuso il 2020, un anno tutto da dimenticare; un “Annus Horribilis”. Ne inizia un altro, ma all’insegna della speranza.

Quelli che ci lasciamo alle spalle sono stati dodici mesi che ci hanno cambiati profondamente. Abbiamo alterato la nostra quotidianità. Ci siamo imposti nuove regole e abitudini. Abbiamo modificato il nostro modo di manifestare affetto alle persone care, esprimendo con gesti quello che prima facevamo con un bacio o un semplice abbraccio. Anche i rapporti con i colleghi sono cambiati. Ci mancano le ore trascorse in ufficio e le “pause caffè”.  Il telelavoro ha alterato la vita in famiglia, le ore di ricreazione, il riposo e i momenti di svago con i figli. Insomma, non siamo più gli stessi.

Il 2020 ci ha fatto capire la nostra enorme fragilità. Ci ha posto di fronte ad un nemico comune ed invisibile. Ma ci ha anche reso consapevoli della nostra capacità di reazione. E dell’importanza della solidarietà.

La pandemia, in Europa, ha messo le nostre comunità di fronte a nuove e inattese sfide. La vecchia emigrazione si è sentita smarrita, nell’attesa delle decisioni dell’Unione Europea, del paese in cui ha messo radici e dell’Italia alla quale è sempre rimasta assai legata. La nuova emigrazione si è trovata improvvisamente di fronte al dilemma di tornare in Patria, e quindi alla precarietà che stava tentando di lasciare alle spalle, o di restare, consapevole di dover affrontare molte più difficoltà in un mondo di incertezze.

In America Latina, dove la crisi economica da anni sta lacerando il tessuto produttivo delle nazioni e cresce la instabilità politica anche in quei paesi, come il Cile, in cui si credeva che democrazia ed economia avessero trovato un loro equilibrio, le nostre Comunità affrontano la pandemia in condizioni di grande precarietà. In Venezuela, poi, le condizioni di vita del cittadino, già rese assai difficili da un governo che nasconde l’incapacità di risolvere i nodi essenziali dell’economia con un discorso imbevuto di parole prive di contenuto e promesse impossibili da mantenere, che si afferra al potere e reprime con violenza le proteste, proibisce e castiga il dissenso, incarcera l’opposizione e zittisce i mass-media,  sono precipitate, condannando oltre il 90 per cento delle famiglie alla povertà. In questo contesto, la nostra Comunità sopravvive grazie alla solidarietà che nei momenti difficili l’ha unita e fatta crescere.

In Europa e in America Latina, le nostre rappresentanze diplomatiche e consolari hanno fatto del loro meglio per affrontare una situazione alla quale nessuno era preparato.

In Europa hanno organizzato voli commerciali per riportare in Patria i cittadini rimasti bloccati nei vari paesi dell’Unione. In Spagna, ad esempio, la nostra Ambasciata ha riportato in Patria oltre 10mila cittadini approfittando di tutti i mezzi a sua disposizione: navi, traghetti, aerei. In America Latina oltre ad organizzare i voli umanitari, tante volte di concerto con altre nazioni europee, si sono prodigati ad aiutare famiglie intere in grossa difficoltà. Un numero crescente soprattutto in Venezuela, ove ha richiesto un grande impegno, una grande sensibilità umana e una grande capacità di gestione. Va dato atto dell’eccellente lavoro svolto dal nostro Ambasciatore, Placido Vigo, dal Console Generale di Caracas, Nicola Occhipinti, e dal Console d’Italia a Maracaibo, Aniello Petito.

Il 2021 richiederà ancora tanti sacrifici. Ma la scoperta del vaccino, grazie ai grandi progressi della scienza e della tecnologia, e le risorse messe a disposizione dell’Unione Europea, i cui investimenti avranno grossi riflessi anche fuori dalla zona euro, fanno sperare in una ripresa sociale ed economica.

Globalmente, l’economia tornerà a crescere e l’occupazione anche. Per il Venezuela, purtroppo, la crescita e il benessere della popolazione, quindi anche della nostra comunità, dipenderà molto da un ritorno alla vita democratica e da una svolta economica orientata a rivalutare l’imprenditorialità privata più che a distruggerla. Un cambio di governo e di politica economica sono indispensabili. I dubbi e le perplessità, a questo punto, sono tanti.

Comunque sia, ci lasceremo alle spalle la pandemia e la paura del “nemico invisibile”. La speranza, in questo anno che si appresta a fare i primi passi, è di poter tornare a sognare un futuro migliore. È questo il nostro desiderio.

A tutti auguriamo un Prospero 2021.

Mauro Bafile