Italia avanti con i vaccini, hub anche negli outlet

Infermieri somministrano vaccini.
Infermieri somministrano vaccini.

ROMA. – Dalla Nuvola di Fuksas ai centri commerciali (prossimamente) per vaccinare, a partire da Roma e dal Lazio si provano nuove strade per accelerare la campagna di somministrazioni, rallentata da falle nelle consegne e nell’organizzazione. La nuova strategia viene dalla Lombardia, la regione più colpita dal Covid, che alla variante inglese prova a contrapporre la soluzione inglese.

Da domani vaccinazioni a tappeto nei Comuni più sferzati dalla mutazione del virus, per creare un ‘cordone sanitario’; saranno immunizzati 24 mila over 60 soprattutto nelle province di Brescia e Bergamo. L’obiettivo è arginare i cluster vaccinando.

“Ci sono stati ritardi nella consegna delle dosi, che però saranno superati – assicura in Parlamento il ministro della Salute Roberto Speranza -; ma la campagna vaccinale non si ferma, va avanti e, giorno dopo giorno, aumenterà la quota di cittadini immunizzati”.

“Non possiamo vaccinare tutti, perché non abbiamo i vaccini a sufficienza, ma questo non è un alibi, non ci rifugiamo dietro a questa situazione – dice Guido Bertolaso, consulente del governatore della Lombardia Attilio Fontana -, stiamo andando ventre a terra, riducendo le scorte che dovremmo tenere per sicurezza, secondo le indicazioni. Abbatteremo scorte disponibili perché pensiamo che si debba intervenire immediatamente. Bisogna fare e correre di più”.

In Lombardia si pensa anche a interventi chirurgici su categorie o gruppi definiti. A Viggiù, in provincia di Varese, non lontano dalla Svizzera, sarà data priorità agli over 80 e subito dopo ai lavoratori frontalieri che passano il confine. A Bollate, nel Milanese, a seguito del focolaio di ‘inglese’ in una scuola, verranno vaccinati nei prossimi giorni tutti i 4 mila ultraottantenni e successivamente tutti gli insegnanti.

La somministrazione avverrà alla Fiera di Milano. Una strategia di uso massiccio delle dosi disponibili per la prima inoculazione già delineata in Umbria, Regione della quale Bertolaso, ex capo della Protezione civile nazionale, è stato pure consulente. “Chiudere tutto e basta non mi pare sufficiente – dice -, intaccheremo anche le scorte definite da Roma”.

Ad oggi in Italia, su oltre 3,7 milioni di dosi utilizzate, 1.345.839 persone sono state vaccinate anche con il richiamo. Quelle vaccinate con una sola dose, ben oltre il milione, sono aumentate velocemente nelle ultime settimane, in gran parte per l’impiego di AstraZeneca, che prevede la seconda inoculazione dopo tre mesi. Ma secondo dati delle stesse Regioni raccolti dal ministero della Salute, ancora l’86% delle dosi consegnate da AstraZeneca non sono state usate.

Tra i motivi addotti dalle amministrazioni locali, il fatto che molti cittadini non lo vorrebbero – ritenendolo meno efficace – l’attesa dell’accordo con i medici di base, ormai fatto, per somministrarlo e dell’autorizzazione fino a 65 anni (poi arrivata). Infine, perché verrebbe tenuto da parte per i richiami. Salvo le eccezioni, come Toscana o Val d’Aosta, che ne hanno usato oltre il 90 per cento.

Insomma bisogna accelerare in ogni modo e il presidente del Lazio Nicola Zingaretti annuncia che presto si apriranno ‘hub’ vaccinali anche nei centri commerciali, dopo quello inaugurato oggi nel centro congressi alla Nuvola dell’Eur a Roma. Aspettando (e sperando) nelle consegne di Johnson&Johnson, vaccino monodose contrattato per decine di milioni di dosi dall’Italia. L’Agenzia europea del farmaco lo sta valutando, per l’omologa statunitense Fda è efficace al 72%.

(di Luca Laviola/ANSA)

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