Varianti fanno paura, Regioni ‘stretta su scuole’

La protesta degli studenti per la Dad: lezioni in strada di fronte al Palazzo della Regione Lombardia.
La protesta degli studenti per la Dad: lezioni in strada di fronte al Palazzo della Regione Lombardia. ANSA/Mourad Balti Touati

ROMA – Troppi contagi da Covid nelle scuole: sindaci, presidenti di Provincia e di Regione sono preoccupati, alcuni Comuni sono già tornati alla didattica a distanza, e oggi i governatori hanno chiesto ai ministri della Salute Speranza e degli Affari regionali Gelmini che il Comitato tecnico scientifico (Cts) si esprima formalmente e pubblicamente rispetto all’apertura delle scuole. Il governo tuttavia frena sulle chiusure.

“È difficile parlare di chiusure degli istituti da una parte e di riaperture di attività commerciali dall’altra”, hanno fatto notare Gelmini e Speranza. In particolare, la ministra delle Autonomie ha rilevato “una contraddizione” nelle due richieste dei governatori.

“Sulle chiusure si valuterà giorno per giorno la situazione epidemiologica”, avrebbe detto il ministro della Salute.

“Siccome la scuola è una realtà sacra, la sublimazione della formazione dei ragazzi, se la guardiamo dal lato epidemiologico il Cts ci deve dire perché altre forme di aggregazione sono pericolose e questa no. Noi non siamo in grado di esprimere una valutazione”, ha polemizzato dal canto suo il presidente del Veneto, Luca Zaia.

Alcuni governatori hanno chiesto di chiudere gli istituti finché non si vaccinano tutti i professori.

“Se vogliamo la scuola aperta in presenza, dobbiamo vaccinarla”, ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, secondo il quale non usare la didattica digitale integrata “sarebbe una omissione di misure di sicurezza sul lavoro estremamente grave e rilevante in caso di incidente sul lavoro”.

In base alla nuova ordinanza firmata dal governatore, dopo che il Tar ha sospeso il precedente provvedimento, fino al 14 marzo tutte le scuole pugliesi di ogni ordine e grado dovranno adottare la didattica digitale integrata al 100%. Ma il Comitato per il diritto alla salute e all’istruzione e il movimento Priorità alla scuola Puglia chiedono alla Regione la documentazione che attesti “la reale operatività di tutti i Piani d’azione per la messa in sicurezza della scuola”.

“Le scuole sono un forte volano di circolazione del virus, purtroppo è stata fatta una questione ideologica e politica e ogni volta che facciamo un’ordinanza viene impugnata da un gruppo di genitori, da un’associazione”, ha lamentato l’assessore pugliese alla Sanità Pierluigi Lopalco.

Intanto da sabato scatterà la zona arancione scuro per Bologna e tutta la sua provincia. Questa decisione comporta, tra le altre, dal 1 marzo, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, con didattica a distanza per 15 giorni, ad eccezione della scuola dell’infanzia e dei nidi. Sempre da sabato nelle Marche scatterà la didattica a distanza (Dad) al 100% nelle scuole superiori fino al 6 marzo. Stop alle lezioni in presenza anche per i ragazzi delle classi seconde e terze medie delle province di Ancona e Macerata. Le misure fanno seguito all’ aggravamento del trend dei contagi a livello regionale, in particolare per i giovani, soprattutto nelle province di Ancona e Macerata.

Da sabato anche la provincia di Pistoia sarà zona rossa. Nel Lazio è zona rossa nei Comuni di Colleferro, Carpineto Romano e Torrice (Fr). Scuole chiuse per Covid a Sanremo e Ventimiglia dal 24 febbraio al 5 marzo. “Nelle scuole abbiamo il 33% di casi in aumento in una settimana”, ha detto oggi il direttore generale dell’Ats Milano Walter Bergamaschi. Chiuse anche le scuole a Brescia, in zona arancione rafforzato. Chiuse anche le scuole a Campobasso fino al 7 marzo e ancora Dad in provincia di Perugia e nel ternano.

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