La prima di Draghi, visita Centro vaccini e Bergamo

Nella foto d'archivio la straziante fila di bare a Bergamo all'inizio della pandemia.
Nella foto d'archivio la straziante fila di bare a Bergamo all'inizio della pandemia. ANSA/ANDREA FASANI

ROMA. – Un centro vaccinale, nuova “trincea” nella lotta al Covid. E poi la Bergamo che fu teatro un anno fa della tragica sfilata di carri militari carichi di bare. Mario Draghi sceglie due luoghi simbolo per parlare agli italiani. La terza ondata incalza, le varianti preoccupano, la possibilità di riaprire e ripartire è legata al successo di una campagna di vaccinazione che nelle prossime settimane dovrebbe registrare una decisa accelerazione e ad aprile andare a pieno regime.

Dopo aver firmato un dpcm ‘conservativo’, che conferma le restrizioni finora in vigore e dà la spinta a sempre più numerose zone rosse locali, Draghi si prepara alla fase più delicata nella lotta al virus. Saranno i dati sull’effetto delle varianti sulla curva del contagio e il parere degli esperti a dire se bisognerà chiudere ancora di più.

Ma nel governo si fa sempre più forte la convinzione che possa aprirsi a breve, forse già la prossima settimana, una riflessione su nuove misure nazionali da zona rossa, proprio per evitare che la terza ondata vanifichi la campagna vaccinale.

Draghi potrebbe parlarne per la prima volta in pubblico venerdì, quando farà visita a un centro vaccinale a Roma. Ancora non sono noti i dettagli dell’evento: nella capitale ci sono quattro grandi poli, a Fiumicino, all’Auditorium, alla stazione Termini e alla Nuvola di Fuksas.

Da lì il presidente del Consiglio potrebbe illustrare più nel dettaglio le linee di azione che ha dato al lavoro del suo governo e che emergono nei primi atti, a partire dal blocco dell’export di Astrazeneca verso l’Australia, un’iniziativa che ha provocato la reazione irritata di Downing street ma di cui il premier non avrebbe parlato nella telefonata giovedì con Boris Johnson.

Draghi si muove sempre nella cornice europea, ma secondo il principio che si debba fare tutto quel che serve per accelerare le somministrazioni: prima si raggiungerà l’immunità di gregge, prima si potrà davvero ripartire. A Palazzo Chigi il premier riceve il capo della protezione civile Fabrizio Curcio e il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo con cui fa il punto sui dati e anche sulla piattaforma digitale che monitora in tempo reale le somministrazioni.

Con il ministro dell’Economia Daniele Franco lavora intanto al nuovo decreto Sostegno, che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri la prossima settimana e stanziare risorse ingenti, oltre due miliardi, per i vaccini. Mentre nei ministeri, si ragiona in ambienti parlamentari, si starebbe facendo anche uno studio di fattibilità per l’acquisto di dosi sul mercato.

Di sicuro non appare questo il momento per smettere i sacrifici, allentare le misure. Anzi, nelle prossime settimane, forse già prima di Pasqua, il governo potrebbe decidere sulla base dell’andamento della curva una nuova stretta. La consapevolezza di dover combattere ancora tutti insieme nella trincea della lotta al virus, con cui Draghi ha aperto il suo discorso programmatico in Parlamento, potrebbe essere ribadita dal premier anche il 18 marzo, a Bergamo, in occasione della giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid 19.

Nella città che un anno fa fu l’epicentro della pandemia, il presidente del Consiglio svolgerà la sua prima visita istituzionale fuori dalla capitale. In quel giorno, anniversario del triste corteo di mezzi militari che portavano via le bare di decine di bergamaschi morti per il virus, è prevista l’inaugurazione di un Bosco della memoria.

Nella consapevolezza che la pandemia ancora infuria, ma che il segno della speranza è dato dalla campagna di vaccinazione in corso. L’altro grande fronte di impegno per il governo è il Recovery plan, per porre le basi della ripartenza economica. E uno dei temi di fondo è quello della parità di genere, trasversale a diversi progetti e a grandi capitoli come welfare (a partire dagli asili nido), formazione, lavoro.

Di parità di genere Draghi parlerà lunedì, in occasione dell’8 marzo, in un videomessaggio (la prima uscita istituzionale è stata l’inaguruazione dell’anno giudiziario in Corte dei Conti), a quasi un mese dalla nascita del suo governo. E’ previsto infatti che intervenga alla conferenza in cui la ministra Elena Bonetti lancerà il primo piano strategico del nostro Paese per la parità di genere.

Lavoro, leadership e cultura sono gli assi su cui lavorare. Il Recovery plan è una delle leve a disposizione per garantire quello che Draghi ha definito “non un farisaico rispetto di quote rosa” ma “parità di condizioni competitive”.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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