Draghi frena il “liberi tutti” e media sui migranti

Turisti e romani intorno alla Fontana di Trevi dopo la riapertura, 8 Maggio 2021
Turisti e romani intorno alla Fontana di Trevi dopo la riapertura, 8 Maggio 2021. ANSA/PERCOSSI

ROMA. – Nessun “liberi tutti”, nessuna abolizione del coprifuoco anticipata. La linea di Mario Draghi, al momento, resta quella di riaprire solo se i dati lo consentono e mantenendo la massima prudenza. A Palazzo Chigi si guarda con attenzione al possibile effetto domino che potrebbe scatenare un ulteriore allentamento delle misure anti-contagio. Un effetto che il premier vuole assolutamente evitare visto che la luce in fondo al tunnel si vede ma nulla può essere dato ancora per scontato.

Ma nel governo, sul tema riaperture, la tensione cresce, con la Lega ancora in trincea. Ed è una tensione che potrebbe incrociarsi sull’altro dossier “caldo” della settimana, il decreto sostegni bis. Matteo Salvini, in due punti stampa separati a Milano e poi a Roma, non molla la presa. Il leader della Lega, che punta a un sì del Cdm su un corposo allentamento del coprifuoco e su ulteriori deroghe pro-aperture già questa settimana.

E il timing indicato da Salvini non è scontato. Perché tra giovedì e venerdì – ma in tarda serata è sul venerdì che il governo sembra puntare le sue fiches – il Consiglio dei ministri sarà chiamato ad approvare il decreto sostegni bis, e alla riunione è previsto che segua una conferenza stampa dello stesso Draghi. Ma il sì della Lega, senza garanzie sulle riaperture, appare tutt’altro che scontato. Tanto che, in maggioranza, c’è chi sembra propendere per un cronoprogramma meno ottimista mettendo in conto lo slittamento dell’ok al decreto alla prossima settimana.

Il problema, per chi come Draghi non ha affatto abbandonato la linea della prudenza, è che la voglia di riaperture sembra “contagiare” anche altri partiti al governo. Non c’è solo Italia Viva, ma da qualche giorno anche nel M5S e nel Pd la linea del rigore perde seguaci.

La cabina di regia convocata da Draghi si preannuncia decisiva. Si parlerà di sostegni ma, con tutta probabilità, il dossier aperture emergerà. Anche perché, nel pomeriggio, Salvini torna a vedere i ministri e sottosegretari della Lega e, al termine della riunione, sottolinea che tutti, nel suo partito, remano nella stessa direzione: “aperture, aperture, aperture. Questa è la priorità”, spiega. L’ex ministro, a suon di mozioni, continua ad essere tallonato da Fratelli d’Italia.

Giovedì, al Senato, è previsto che l’Aula si esprima su una mozione presentata dal capogruppo Luca Ciriani. La direzione del testo è chiara: “il governo si impegni a rimuovere l’inutile misura del coprifuoco alle 22”. E il messaggio alla Lega non è anche troppo celato: “Vedremo chi si schiererà per il ritorno al lavoro e chi invece per continuare con assurdi divieti”, avverte Ciriani.

Settimana “piena”, quella per Draghi. Che mercoledì sarà al “premier time” alla Camera e che, nei prossimi giorni, potrebbe convocare anche la cabina di regia ad hoc sui migranti, tema sul quale il titolare del Viminale Luciana Lamorgese torna a farsi sentire con l’Ue. L’obiettivo è un nuovo “patto di Malta”, che preveda una redistribuzione volontaria, ma automatica.

Nel frattempo Draghi lavora anche in vista del Global Health Summit del 21 maggio di Roma. Nel pomeriggio vede la direttrice generale del Wto Ngozi Okonjo-Iweala, che definisce di “grande aiuto” il ruolo dell’Italia sul dossier vaccini e punta ad un accordo “pragmatico” sui brevetti entro dicembre. E il18 maggio, a Parigi, un summit internazionale sul programma Covax è in agenda proprio in vista del vertice di Roma.

(di Michele Esposito/ANSA)

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