Coronavirus in Italia: trend positivo contagi, verso un’Italia gialla

Due persone sedute al bar nella piazzetta del Pantheon a Roma.
Due persone sedute al bar nella piazzetta del Pantheon a Roma. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Il trend attuale degli indicatori dell’epidemia da Covid-19 in Italia è positivo ed è presumibile che non muterà significativamente nei prossimi giorni: è dunque “ipotizzabile” un’Italia tutta in zona gialla a seguito delle prossime rilevazioni, anche se “ancora per altre due settimane è bene mantenere le misure di cautela”.

E’ uno scenario che apre ad un prudente ottimismo, quello delineato da Giuseppe Arbia, professore di Statistica economica all’Università Cattolica di Roma e curatore del sito COVSTAT sull’andamento pandemico, basato anche su un fattore importante: le riaperture dello scorso 26 aprile non hanno, come si temeva, pesato in modo significativo.

“Stiamo osservando – spiega Arbia all’ANSA – una dinamica di discesa dei vari parametri molto netta, dai ricoveri nei reparti di terapia intensiva e ordinari ai decessi, e se il trend dovesse confermarsi nei prossimi giorni e con il prossimo monitoraggio della Cabina di regia, si potrebbe ipotizzare un ulteriore allentamento ed un’Italia tutta in zona gialla. In linea generale, non penso ci dovrebbero essere inversioni di trend significative nei prossimi giorni”.

Lo confermano, pur tenendo conto della fisiologica fluttuazione dei dati su base giornaliera, i numeri del bollettino quotidiano del ministero della Salute che evidenzia come i nuovi casi di positività al virus nelle ultime 24 ore siano 7.852 (contro i 6.946 di ieri).

Sono invece 262 le vittime in un giorno, in aumento rispetto alle 251 di ieri, ed il tasso di positività è del 2,5%, stabile rispetto al 3,4% di ieri. Anche i pazienti in terapia intensiva per Covid diminuiscono: sono 1.992, in calo di 64 unità, e nei reparti ordinari sono ricoverate 14.280 persone (657 meno di ieri).

Induce inoltre ad un cauto ottimismo anche un altro fattore: “Le riaperture del 26 aprile non hanno avuto un peso significativo. Sono infatti trascorse due settimane ed eventuali effetti negativi avremmo già dovuto iniziare a vederli in relazione a due parametri in particolare, il tasso di positività ed i ricoveri.

Al contrario – chiarisce Arbia – vediamo che il tasso di positività decresce mantenendo un ritmo costante e questo è un elemento positivo. Va considerato che a fronte di un aumento del tasso di positività, a distanza di 15 giorni si inizia a riscontrare un incremento dei ricoveri e a distanza di 20 giorni dei decessi. Anche i ricoveri, se le riaperture avessero impattato negativamente, si sarebbero già incrementati”.

A ciò va aggiunto l’effetto della campagna vaccinale, che “sta andando ad un buon ritmo”. Insomma, secondo Arbia siamo di fronte ad una dinamica che “ci consente di sperare in un’Estate almeno paragonabile a quella dello scorso anno, ma probabilmente anche migliore per effetto delle vaccinazioni”.

Tuttavia, l’esperto invita a non fare l’errore di pensare che il virus sia ormai sotto controllo. Se le cose “stanno andando bene e gli indicatori sono oggi positivi – chiarisce – è perchè abbiamo tenuto questo regime di cautela e penso che dovremmo mantenerlo, anche in zona gialla, fino a quando la situazione si stabilizzerà ulteriormente”.

Il punto, avverte, è che “bisogna tornare a valori sopportabili nel medio periodo, collocabili su non più di 50 decessi giornalieri ed un numero di ricoverati in terapia intensiva che non superi la soglia dei 500, mentre al momento tali parametri si mantengono ancora alti nonostante siano in discesa”. Dunque, conclude, “le prossime due settimane saranno cruciali proprio per valutare ulteriori segnali di stabilizzazione dell’epidemia”.

(di Manuela Correra/ANSA)

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