Xi al mondo: “Basta bullismo, non ci faremo intimidire”

La ceremonia per il centenario del Partito Comunista Cinese, nella piazza Tiananmen di Pechino
La ceremonia per il centenario del Partito Comunista Cinese, nella piazza Tiananmen di Pechino.. Archivio. AFP/ Wang Zhao

PECHINO.  – La Cina avvisa il mondo e assicura che non si farà intimidire e che resisterà alle pressioni esterne. “Il popolo cinese non permetterà mai ad alcuna forza straniera di bullizzarci, costringerci e renderci schiavi”, ha scandito il presidente Xi Jinping, strappando la prima grande standing ovation ai 70mila partecipanti schierati coreograficamente a Piazza Tienanmen. E ha lanciato poi un monito: “Chiunque tenterà di farlo, si romperà sicuramente la testa sulla Grande Muraglia d’acciaio costruita con il sangue e la carne di 1,4 miliardi di cinesi”.

Il discorso commemorativo per i 100 anni della nascita del Partito comunista, quale suo segretario generale, è stato infarcito di toni aspri. La Cina non accetterà mai le “prediche ipocrite da parte di coloro che sentono di avere il diritto di impartirci lezioni”, ha tuonato nel mezzo delle tensioni con gli Usa, mai citati. Mentre dall’America arrivava un allert su oltre 100 silos per missili intercontinentali nel Gansu in grado di raggiungere gli Stati Uniti.

“Un secolo fa la Cina stava declinando e svanendo agli occhi del mondo. Oggi, l’immagine che presenta al mondo è quella di una nazione fiorente, che sta avanzando con uno slancio inarrestabile verso il suo ringiovanimento”, ha rivendicato con orgoglio, indossando un abito grigio in stile Mao come è solito fare nelle grandi occasioni. Il Paese ha centrato il primo obiettivo del “centenario” (per i 100 anni del Pcc) sulla “società moderatamente prospera” (‘xiaokang shehui’), sostenuta da Deng Xiaoping, il cui abbraccio a mercati e investimenti esteri alla fine degli anni ’70 è citato come pragmatismo del Pcc dopo le carestie e le epurazioni delle campagne di Mao Zedong.

Il partito lavorerà al “secondo obiettivo del centenario” per “un Paese socialista moderno che sia prospero, forte, democratico, culturalmente avanzato e armonioso” entro il 2049, anniversario dei 100 anni della Repubblica popolare.

Sarà assoluto in controllo sulle forze armate “per salvaguardare la sovranità, la sicurezza e gli interessi di sviluppo della nazione”. Prima del discorso, la folla ha applaudito il sorvolo di elicotteri a formare il numero ‘100’, dello squadrone di jet stealth J-20 (gli ultimi in dotazione) e di un’altra formazione di caccia J-10 a dare vita ai numeri ’71’ (il primo luglio).

Un segnale della tecnologia militare cinese, quando dagli Usa è rimbalzato l’allarme sulla realizzazione di oltre 100 silos per missili balistici intercontinentali nel Gansu in grado di raggiungere gli Stati Uniti, secondo il James Martin Center for Nonproliferation Studies. Per gli autori dello studio, basato sulle immagini satellitari, la scoperta renderebbe sempre più urgente i negoziati con Pechino sul controllo strategico degli armamenti nucleari.

La narrativa ufficiale ha oscurato gli errori del passato, come la carestia del Grande balzo in avanti, la violenta guerra di classe della Rivoluzione culturale del 1966-76 e l’intervento militare del 1989 contro le proteste studentesche di Piazza Tienanmen, puntando sui successi anche nella lotta al Covid.

Xi ha dichiarato che la Cina ha ristabilito l’ordine a Hong Kong dopo le proteste antigovernative nel 2019. L’ex colonia, blindata nel giorno dei 24 anni della sua restituzione a Pechino, ha negato gli eventi pro-democrazia, a conferma della normalizzazione, mentre la governatrice Carrie Lam era in Piazza Tienanmen.

Risolvere la questione di Taiwan e realizzare la riunificazione della Cina è “una missione storica e un impegno incrollabile” del Pcc. “Dobbiamo intraprendere un’azione risoluta per sconfiggere del tutto qualsiasi tentativo di ‘indipendenza di Taiwan’. Nessuno deve sottovalutare la grande determinazione del popolo cinese di difendere la sovranità nazionale e l’integrità territoriale”, ha affermato ancora il presidente strappando un’altra standing ovation. Secca la risposta dell’isola ribelle: “Democrazia, libertà, diritti umani e stato di diritto sono i principi fondamentali della società taiwanese, una grande differenza istituzionale”, ha chiarito una nota del Consiglio per gli affari continentali di Taipei.

Il partito e il popolo cinese continueranno “ad avanzare con fiducia a grandi passi avanti lungo il percorso che abbiamo scelto per noi stessi. Dobbiamo sostenere la ferma leadership del partito.  Il successo della Cina dipende dal partito”, ha detto Xi. Segretario generale del Pcc dal 2012, tutto lascia pensare che il leader con più poteri accentrati dai tempi di Mao si stia avviando a un terzo mandato al congresso di fine 2022, ufficializzando il ruolo di “traghettatore della nuova era del socialismo con caratteristiche cinesi”, convinto della “ascesa dell’Oriente e del declino dell’Occidente”.

(di Antonio Fatiguso/ANSA).

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