Italiana a Colonia: “Mai visto niente del genere”

Un auto e macerie trascinate da un fiume di fango.
Onmdata di maltempo in Germania. (ANSA)

ROMA. – “Prima mi ha chiamato la vicina che era in vacanza perché andassi a vedere la sua cantina, ed effettivamente l’acqua entrava dai muri. Non sapevamo cosa fare, i vigili del fuoco erano sopraffatti dalle chiamate in ogni zona della città, ci hanno messo in lista d’attesa. Poi mi ha chiamato un’altra vicina per andare ad aiutarla nella sua cantina e salvare il salvabile. Quindi sono andata nella mia, e l’acqua entrava a fiumi da una finestra chiusa”. Questo il racconto all’ANSA di Claudia D’Avino, conduttrice radiofonica di Wdr Cosmo e Radio Colonia.

Colonia è una delle città colpite dall’alluvione che ha travolto la Germania, in particolare le regioni Renania Palatinato e Renania Settentrionale Westfalia. “Non ho mai visto niente del genere – continua Claudia D’Avino – ma è stato anche molto bello vedere la solidarietà immediata, come uno shock dall’isolamento del Covid all’aiuto immediato del tuo vicino. Non ho visto nessuno che si sia chiesto se fosse il caso di entrare in casa d’altri a causa del Covid”.

In Germania la bomba d’acqua che ha allagato le regioni occidentali ha causato finora 103 vittime e oltre mille e trecento dispersi. Nelle aree più devastate sono al lavoro quindicimila persone tra soccorritori, militari, polizia e vigili del fuoco. In Germania si ricorda solo un’altra alluvione così devastante, quella del ’95, ma in quel caso i morti furono muna ventina, un quinto di quelli di cui si ha notizia fino a questo momento.

“Molte persone sono morte perché nonostante le evacuazioni delle città e gli appelli ad andarsene molti sono tornati nelle case per recuperare quello che potevano, ecco perché ci sono oltre 1.300 dispersi – continua D’Avino -, e anche perché i ripetitori dei telefoni sono crollati e sono stati portati via dall’acqua”, interrompendo le comunicazioni.

Armin Laschet, ministro-presidente del Nord Reno-Vestfalia e candidato della Cdu alla cancelleria, ha visitato Hagen, una delle zone più colpite, e ha affermato che è necessario lavorare per evitare nuove catastrofi dovute al clima. “Il problema è che la canalizzazione non ha retto all’impatto di tanta acqua – conclude D’Avino -. Le persone buttavano fuori l’acqua e quella tornava nelle case”.

(di Cecilia Ferrara/ANSA).

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