Caso Pegasus: il Garante della privacy vuole chiarimenti

Il presidente francese Emmanuel Macron nella mira dello spionaggio del sistema"Pegasus"
Il presidente francese Emmanuel Macron nella mira dello spionaggio del sistema"Pegasus"(ANSA)

PARIGI. – Il caso Pegasus e il presunto spionaggio di politici, attivisti e reporter da parte di alcuni governi, ha costretto il presidente francese Emmanuel Macron a cambiare il numero ed il cellulare. E continua a scuotere il mondo.

Con il Garante per la privacy italiano che scende in campo chiedendo risposte, entro 20 giorni, alla società che gestisce il software finito nella bufera.

L’autorità guidata da Pasquale Stanzione ha parlato di un “quadro preocupante riguardo al trattamento dei dati personali” attraverso “un indebito utilizzo del software Pegasus”, secondo quanto emerso dalle “notizie di stampa”.

E ha chiesto alla società israeliana a cui fa capo il software “di comunicare all’Autorità, entro i prossimi 20 giorni, il ruolo che essa riveste rispetto ai trattamenti correlati all’utilizzo di Pegasus”, E, ancora, “se vi siano, ed eventualmente chi siano, i clienti italiani che utilizzano il software”.

Intanto Macron è stato costretto a cambiare numero e teléfono cellulare: a meno di un anno dalle elezioni presidenziali, il leader francese nella lista dei potenziali spiati si è dovuto dotare di un nuovo numero telefonico e di un apparecchio nuovo di zecca poco prima della sua partenza per i Giochi Olimpici in Giappone.

In Francia, dove sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta, ancora non è chiaro se il software fosse effettivamente installato sul telefono presidenziale ma il nome di Macron figura comunque nella lista dei 50mila contatti potenziali vittime al livello globale.

La vicenda ha allarmato Parigi al punto da indurre lo stesso presidente a convocare un consiglio di difesa “straordinario dedicato al caso Pegasus e alla questione della sicurezza informatica”.

Oltre a Macron, sarebbero nella lista dei potenziali spiati dai servizi marocchini, nel 2019, anche l’ex premier Edouard Philippe e 14 ministri. Al termine del Consiglio di Difesa, ieri, il capo dello Stato ha chiesto un rafforzamento di tutti i protocolli di sicurezza dei mezzi di comunicazione ritenuti sensibili. Al termine del vertice, sono stati inoltre sostituiti il suo “telefono e il numero di telefono per alcuni scambi” altamente sensibili.

Secondo l’inchiesta sul caso Pegasus, condotta da 17 testate internazionali, un’utenza del capo dello Stato risulta “nella lista dei numeri selezionati da un servizio di sicurezza dello Stato marocchino, per un potenziale atto di pirateria”.

Macron “prende questo tema molto sul serio e segue da vicino i progressi dell’inchiesta”, sottolinea la presidenza francese, aggiungendo che se i fatti fossero “confermati” sarebbe “evidentemente molto grave”.

In reazione, il Marocco ha deciso di denunciare per diffamazione Amnesty International e Forbidden Stories al tribunale di Parigi.  Oggi anche l’Algeria ha espresso “profonda preoccupazione” in seguito alle rivelazioni secondo cui Rabat sarebbe ricorso al software israeliano per spiare “responsabili e cittadini algerini”.

(di Paolo Levi/ANSA).

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