Gli svizzeri primi al mondo a votare sul Green pass

Il controllo di un Green Pass in una recente immagine d'archivio
Il controllo di un Green Pass in una recente immagine d'archivio. ANSA/FABIO CIMAGLIA

GINEVRA.  – Contestato nelle piazze di mezzo mondo, il Green pass sarà al centro del referendum che si svolgerà domenica prossima in Svizzera. Il 28 novembre, fatto unico al mondo, l’elettorato elvetico si pronuncerà infatti sulle ultime modifiche alla legge per la lotta al Covid, tra cui c’è l’introduzione del pass sanitario.

Stando agli ultimi sondaggi, le nuove norme dovrebbero superare lo scoglio delle urne ed essere approvate dal 61% dei votanti.

É la seconda volta che gli svizzeri votano sulle misure sanitarie adottate per far fronte alla pandemia: lo scorso 13 giugno una prima versione dalla legge era già stata sottoposta al voto popolare, ma allora non c’era ancora il Green pass.

Oltre il 60% dei votanti si pronunciò a favore. Domenica prossima gli elettori sono chiamati ad esprimersi sulle modifiche della legge, approvate in marzo e nuevamente contestate da un referendum.

In Svizzera un referendum può essere lanciato raccogliendo almeno 50.000 firme. La votazione contro le nuove misure anti Covid è stata promossa da comitati referendari senza affiliazione politica, secondo i quali il Green pass discrimina i non vaccinati e il tracciamento dei contatti consente “una sorveglianza di massa”.

Rispetto alla votazione sulla legge Covid in giugno, il clima appare decisamente più teso. Personalità politiche, tra cui il ministro della Sanità Alain Berset, sono state prese di mira dai no vax e le manifestazioni contro le misure sanitarie si moltiplicano.

In Svizzera il certificato Covid è obbligatorio per accederé a ristoranti, strutture culturali e altre manifestazioni o attività al chiuso. Il Paese registra un tasso di vaccinazione inferiore a quello di altri Stati europei, pari al 65% della popolazione, e le nuove infezioni quotidiane sono in crescita e si aggirano intorno alle 6.000.

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