Portogallo: maggioranza assoluta per il socialista Costa

epa09719107 António Costa, Prime Minister of Portugal and leader of the Socialist Party (PS), celebrates the victory in the 2022 legislative elections, Lisbon, Portugal, 31 January 2022. More than 10 million voters living in Portugal and abroad were called to vote 30 January on the electoral roll to choose the 230 deputies for the Portuguese Parliament after the Parliament rejected the minority socialist government's 2022 state budget in November. EPA/MIGUEL A. LOPES

MADRID.  – È un vero e proprio strike il risultato del leader socialista Antonio Costa alle politiche di domenica in Portogallo. Presentatosi da capo di un governo di minoranza caduto per disaccordi sulla finanziaria con i soci che lo sostenevano da sinistra, ne esce da vincitore indiscusso: cinque punti in più rispetto alle legislative precedenti (2019) e maggioranza assoluta in Parlamento, con almeno 117 seggi su 230 (gli ultimi quattro saranno assegnati tra qualche giorno).

Un successo “storico” che Costa stesso sembrava ormai non credere possibile, dopo che i sondaggi degli ultimi giorni avevano dato per scontato un testa a testa all’ultimo voto con gli storici rivali di centrodestra del Partito Social Democratico (Psd). “Una maggioranza assoluta mi sembra uno scenario poco probabile”, diceva alla televisione Rtp, mentre le proiezioni a spoglio in corso già mostravano con chiarezza il vantaggio del suo Partito Socialista (Ps).

E invece il Psd dell’ex sindaco di Porto Rui Rio, un moderato, si è fermato allo stesso risultato di due anni fa (il 27,8% circa dei voti), subendo dai socialisti un distacco di quasi 14 punti. E fallendo nel raccogliere un potenziale bottino di elettori di destra che si sono invece spartiti l’ultradestra di Chega — partito fondato nel 2019 e diventato terza forza in Parlamento dopo esser passato da uno a 12 deputati (con il 7,15% dei voti) — e Iniciativa Liberal, altra novità politica degli ultimi anni (5% dei voti e almeno cinque seggi).

Proprio la frammentazione del voto a destra, assieme alla crisi degli ex soci di sinistra Bloco de Esquerda e Partito Comunista (che hanno perso, rispettivamente, 14 e 6 seggi) rappresentano le chiavi dell’inatteso successo di Costa. “Nella destra non c’è stata la chiamata al voto utile, si è disgregata”, spiega all’ANSA Luca Manucci, ricercatore dell’Università di Lisbona. Gli elettori di sinistra, aggiunge, hanno invece castigato i partiti minoritari, da molti considerati responsabili della caduta del governo, “stringendosi intorno a Costa”.

Dopo il trionfo elettorale di Costa, celebrato da socialista europei come il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il premier spagnolo Pedro Sánchez e il Partito Democratico italiano, il primo ministro portoghese ha dichiarato di voler comunque “una maggioranza di dialogo”, perché “in una democrazia nessuno governa da solo”.

Con la disoccupazione ai minimi da vent’anni (5,9%) e la spinta del Pil ai massimi da trenta (+4,9% nel 2021), ora uno dei suoi obiettivi primari sarà sbloccare l’ingente pacchetto di aiuti da 16,6 miliardi provenienti da Bruxelles per il post-Covid. Mentre anche in Portogallo ora soffiano i venti di estrema destra già conosciuti ad altre latitudini in Europa.

(di Francesco Rodella/ANSA).

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