Lavoro: stretta Ue su minori e ambiente

L apresidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen,.
L apresidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen,. (ANSA)

BRUXELLES.  – Stretta Ue sul “lavoro dignitoso”, con un’iniziativa per mettere al bando nell’Unione i prodotti realizzati con lavoro minorile o forzato, anche importati.

Arrivano insomma quelle misure contro il “dumping sociale”, chieste a più riprese da varie parti politiche e sociali, a tutela sia degli sfruttati e sia di quanti affrontano la concorrenza di produzioni a costi e criteri etici inferiori.

“L’Europa invia un forte segnale che il business non può mai essere fatto a spese della dignità e della libertà delle persone – ha affermato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen -. Non vogliamo sugli scaffali dei negozi europei beni che qualcuno è stato costretto a produrre forzatamente. Questo è il motivo per cui stiamo lavorando su un divieto di beni realizzati con il lavoro forzato”.

La sostenibilità, il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente, sono poi al centro di un altro intervento varato a Bruxelles, con una proposta di direttiva europea (dovrà dunque essere recepita nei singoli ordinamenti) che obbligherà le grandi aziende a una procedura di validazione della sostenibilità, una “due diligence di sostenibilità aziendale”, com’è stata definita.

Riguarderà le circa 9.400 grandi imprese europee con più di 500 dipendenti e 150 milioni di euro di fatturato e le circa 3.400 imprese meno grandi ma attive in settori ad alto impatto, come tessile, agricoltura o estrazione mineraria (sopra i 250 dipendenti e i 40 milioni di ricavi).

Dovranno adottare tale procedura nelle politiche societarie, identificare impatti effettivi o potenziali su diritti umani, anche rispetto al lavoro minorile e forzato, e sull’ambiente (anche compatibilmente ai limiti sul riscaldamento globale a 1,5°C, in linea con l’accordo di Parigi) e quindi interromperli o ridurli.

L’obiettivo è di far sì che vertici societari e amministratori, abbiano un diretto impegno e responsabilità sull’attuazione della “due diligence di sostenibilità”.

La piaga del lavoro minorile coinvolge 160 milioni di bambini nel mondo, uno su dieci (Unicef), un dato tanto più drammatico considerando anche che era sceso a 151,6 milioni nel 2016 (dai 245,5 milioni del 2000) per aver poi un’inversione di tendenza. Si stima poi che siano 25 milioni i lavoratori forzati.

“Se darà il buon esempio l’Unione Europea fisserà uno standard avanzato per il mondo intero”, ha commentato il commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni. “É un significativo passo avanti”, ha commentato Pascal Canfin, presidente del comitato Ambiente al parlamento europeo, segnalando però che “la proposta della Commissione sulla parte retributiva è troppo limitata e non abbastanza ambiziosa”.

Impresa2030, network di organizzazioni tra l’altro con ActionAid, Fairtrade, Finanza Etica, Mani Tese, Oxfam e Save the Children, ha segnalato invece le “criticità evidenti” di una direttiva che riguarda “solo lo 0,2% delle imprese europee”: Con le soglie di grandezza previste resteranno escluse la “stragrande maggioranza delle imprese europee che per il 99% sono piccole e medie”, ha sottolineato il co-portavoce Giosué De Salvo. Restano poi “ampi margini di aggirabilità”, secondo Martina Rogato.

(di Sabina Rosset/ANSA).

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