La denuncia del Governo: “Il premier e la ministra della Difesa sono stati spiati con Pegasus”

La ministra Isabel Rodríguez e il ministro della Presidenza, Felix Bolaño

MADRID — I cellulari di Pedro Sánchez e di Margarita Robles “infettati” dal software Pegasus nel 2021. Con “un’intrusione illegittima” che avrebbe permesso ad hacker al momento ignoti di sottrarre oltre 2,7 gigabytes di dati al premier e 8 mega alla ministra della Difesa.

È la denuncia del governo spagnolo — arriva a sorpresa in una giornata festiva in varie zone del Paese — che colloca definitivamente il controverso software di cyber-sorveglianza al centro del dibattito politico nazionale. La segnalazione arriva due settimane dalla pubblicazione di inchieste giornalistiche secondo le quali oltre 60 esponenti del secessionismo catalano erano stati spiati con lo stesso programma tra il 2017 e il 2020.

“Sono fatti verificati, non si tratta di supposizioni”, ha affermato il ministro della Presidenza, Félix Bolaños, nel corso di una conferenza stampa imprevista. Il braccio destro di Sánchez ha spiegato che il governo ha “l’assoluta certezza” che il premier e la ministra della Difesa sono stati vittime di “un attacco esterno”, senza però precisare ulteriormente che soggetto possa esserne responsabile. In ogni caso, ha aggiunto, si tratta di attività di sorveglianza “estranea agli organismi statali” ed effettuata “senza autorizzazione giudiziaria”. Le intrusioni del software nei cellulari dei due colleghi del governo sono state verificate dal Centro Crittologico Nazionale, che fa parte del Centro Nazionale dell’Intelligence, ha specificato il ministro della Presidenza, affermando anche il caso è stato sottoposto alla giustizia e che sono stati avviati accertamenti per capire se ne sono rimasti coinvolti altri esponenti del governo o di altre istituzioni.

L’annuncio di Madrid arriva dopo molteplici richieste di “assunzione di responsabilità” da parte di esponenti dell’indipendentismo catalano al governo Sánchez per il presunto uso di Pegasus contro diversi politici e attivisti secessionisti, del quale considerano responsabili i servizi segreti spagnoli. Alcuni, come il presidente regionale catalano Pere Aragonès, hanno chiesto le dimissioni di Robles, dal cui ministero dipende il Centro nazionale dell’Intelligence. Da parte sua, il governo centrale ha negato che da lì possa essere partita un’operazione di spionaggio illegale. “So cosa si prova a sentirsi spiati, a sentire la propria privacy e la propria azione politica violate. Non lo auguro a nessuno. Ma il doppio metro di giudizio è evidente. Contro l’indipendentismo vale tutto”, è stata la reazione a caldo di Aragonès. Anche il leader dell’opposizione, il popolare Alberto Núñez Feijóo, si è pronunciato sulla vicenda, definendo come “una coincidenza politica non trascurabile” il fatto che la denuncia del governo sia arrivata proprio “in pieno dibattito con gli indipendentisti” sull’uso di Pegasus.

Redazione Madrid

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