Draghi rilancia il negoziato: “Su armi e sanzioni c’è il mandato”

Roma, 19/05/2022 - Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, rende un'informativa alla Camera dei Deputati sui recenti sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina
Roma, 19/05/2022 - Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, rende un'informativa alla Camera dei Deputati sui recenti sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina. Ufficio stampa della Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Il Parlamento ha approvato “a larghissima maggioranza” una risoluzione che impegna “a sostenere dal punto di vista umanitario, finanziario e militare l’Ucraina, a tenere alta la pressione sulla Russia, anche attraverso sanzioni, e a ricercare una soluzione negoziale”. E il governo intende andare avanti in questa direzione.

L’informativa di Mario Draghi alle Camere reca con sé un messaggio molto chiaro: la rotta su cui si è mossa, e continuerà a muoversi, l’Italia nel conflitto tra Mosca e Kiev è stata già tracciata dagli eletti. Una risposta indiretta a chi, come M5s e Lega, da settimane tuona contro l’invio di altre armi all’Ucraina, inserita in un discorso di ampio respiro con al centro la tensione verso la pace.

Ma il Movimento, dopo aver evocato la crisi di governo per lo ‘scippo’ della presidenza della commissione Esteri del Senato, continua la sua offensiva. E incalza il presidente del Consiglio chiedendogli di tornare in Aula prima del Consiglio europeo straordinario di fine mese, “per avere un mandato forte e trasversale da parte di tutte le forze politiche”. In soldoni, un nuovo voto.

Secondo quanto filtra da ambienti di governo, non è in programma un quarto decreto armi. Ma la previsione sarebbe da circostanziare al momento attuale. Anche perché, il supporto difensivo a Kiev non è in discussione: “Ne va non solo della solidità del legame transatlantico, ma anche della lealtà all’Unione Europea”, scandisce Draghi. Detto ciò, il faro resta la necessità di “raggiungere prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire i negoziati”.

Un obiettivo per cui il premier si è speso personalmente anche durante l’incontro con Joe Biden a Washington, a cui è seguito il colloquio del capo del Pentagono Austin con il ministro della Difesa russo Shoigu, definito “un segnale incoraggiante”. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ringrazia il capo del governo “per le parole di pace” pronunciate, ma poi – rivolgendosi a FdI – ribadisce: “Qualcuno in quest’aula parla di inviare altre armi, io no”.

“Abbiamo già dato”, insiste il leader del M5s Giuseppe Conte che chiede esplicitamente di “aggiornare la risoluzione” citata dal premier, in quanto “adottata all’inizio della guerra”. Il Pd, per voce di Debora Serracchiani, fa presente agli alleati di governo che “la guerra non è finita” e che l’esecutivo ha già “un mandato”. Il segretario Enrico Letta, per l’ennesima volta, invoca “unità”, e anche Matteo Renzi, dai banchi di Iv, esorta a “superare quell’atteggiamento di rissa permanente” caratterizzato da “slogan senza senso”.

Oltre l’infuocato dossier armi, i fronti su cui la maggioranza è spaccata aumentano di giorno in giorno: dalla battaglia pentastellata contro il termovalorizzatore di Roma, fino ai balneari su cui – ribadiscono Lega e FI – l’accordo non è ancora stato trovato. Ed è proprio su questo che il premier convoca a sorpresa un Cdm, “per comunicazioni” ai suoi ministri. Il messaggio è secco: non si può tardare sulle riforme, altrimenti si perdono i fondi del Pnrr. Quindi: o accordo o fiducia entro il 31 maggio.

Giorgia Meloni parte all’attacco: la maggioranza arlecchina” che sostiene il governo è “zeppa di contraddizioni e ambiguità. Da parte di Fratelli d’Italia”, invece, c’è “la consueta chiarezza e coerenza” a “sostegno del popolo ucraino”. Draghi, intanto, annuncia il rafforzamento del contingente Nato in Ungheria e Bulgaria, con mille uomini, e una nuova missione in Turchia i primi giorni di luglio.

Il vertice con Erdogan, che nel conflitto sta vestendo i panni del mediatore, servirà per fare il punto sulle prospettive negoziali e sui rapporti bilateriali tra i due paesi. E probabilmente anche a sancire la ‘pace’ dopo lo scontro diplomatico di un anno fa.

Il presidente del Consiglio, infine, cita il capo dello Stato, Sergio Mattarella e auspica, una volta raggiunto il cessate il fuoco, “una conferenza sul modello di Helsinki” per “avvicinare Paesi che oggi sono distanti” e rendere la pace “duratura”.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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