L’Emilia ricorda il sisma, è festa della ricostruzione

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia in occasione della ricorrenza del 10° anniversario del sisma in Emilia del maggio 2012
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia in occasione della ricorrenza del 10° anniversario del sisma in Emilia del maggio 2012 (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

MEDOLLA. – Il ricordo del terremoto vissuto come una grande festa della ricostruzione. Così i paesi dell’Emilia colpiti dal sisma del 2012 hanno accolto il ritorno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a dieci anni dalla prima scossa, in un clima di gioia e rinascita, dove la celebrazione di un territorio che, in relativamente poco tempo, è riuscito a rialzarsi si è mescolata alla voglia di ritrovarsi, segno di ripresa dalla pandemia.

“Questi comuni e la loro gente hanno reagito con la laboriosità, con il desiderio di rinascita, con la solidarietà che li accompagna: i sentimenti più forti per affrontare e superare i momenti della disperazione”, ha detto Mattarella nel suo discorso a Medolla (Modena), all’interno del teatro Facchini ristrutturato. Qui lo hanno atteso centinaia di bambini delle scuole della zona, sventolando bandierine tricolore.

“La chiave della ripartenza dopo il terremoto è passata attraverso la solidarietà. Vi si è accompagnata lucidità nella scelta delle priorità,”, ha ribadito il presidente. Il centro storico del paese dove si è tenuta la cerimonia ufficiale del decennale venne pesantemente danneggiato il 29 maggio 2012, quando la terra tremò per la seconda volta. Poco distante crollarono capannoni di aziende e lavoratori morirono sotto le macerie. Nove giorni prima l’epicentro era stato invece Finale Emilia, al confine tra le province di Modena e Ferrara.

Finale è il paese della Torre dei modenesi andata giù e del suo orologio spezzato in due, tra le immagini diventate simboliche di quei giorni. Anche qui ha fatto tappa il capo dello Stato, per inaugurare la stazione ‘Rulli Frulli’, dal nome della banda musicale inclusiva che nei locali rinnovati ha trovato casa, realtà giovanile che rappresenta, a suo modo, un’altra esperienza di fioritura.

“Voglio dirvi grazie per quello che avete fatto in questi anni per cancellare una ferita così grave, che rimane ancora nell’animo, nel ricordo e nelle impressioni di tutti coloro che l’hanno avvertita. Però quella ferita è cancellata da quanto avvenuto con ricostruzione, solidarietà, impegno”, ha detto Mattarella ai cittadini riuniti intorno alla stazione, parlando a braccio, a fianco del presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.

Aveva appena ascoltato l’Inno di Mameli suonato dagli 80 componenti della banda che attraverso la musica coinvolge i ragazzi diversamente abili e realizza percussioni con materiali di recupero, un invito a far rivivere quello che appare da scartare. Il recupero di quello che era andato distrutto dal terremoto è intanto ormai ultimato.

Il 95% è tornato in piedi, ha ripetuto Bonaccini. “Mancano alcuni edifici, castelli, rocche, parti di centri storici tutti o quasi sotto il vincolo delle soprintendenze. Hanno bisogno di una cura differente”. La speranza è “che l’aumento dei prezzi delle materie prime non rallenti i cantieri”. Non è un problema che riguarda solo la ricostruzione del terremoto.

Il presidente ha voluto sottolineare che quello che è stato fatto fin qui “non è la storia di un eroe che salva il mondo, ma di una comunità che insieme compie una cosa straordinaria” e quindi il lavoro di ripartenza “va ascritto a ogni cittadino di questa terra”.

Il suo predecessore, Vasco Errani, ha rifiutato l’immagine di un’Emilia modello per l’Italia, “perché modello è un concetto statico”, ma ha sottolineato come in effetti sia stata costruita “una strada che è certamente stata utile e sarà utile per il Paese”. E anche per il capo dipartimento della protezione civile, Fabrizio Curcio “l’osservazione di quanto fatto di buono in Emilia deve spingerci a fare di più nei processi di ricostruzione in corso”.

(dell’inviato Tommaso Romanin/ANSA)

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