Giro: Carapaz e c.sul Mortirolo, è tempo di verdetti

L'ecuatoriano Richard Antonio Carapaz Montenegro della Movistar Team precede Vincenzo Nibali della Bahrain-Merida sull'arrivo di Como.
L'ecuatoriano Richard Antonio Carapaz Montenegro in azione. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA.  – Il 105/o Giro d’Italia di ciclismo ripartirà domani da Salò (Brescia) e, dopo 202 chilometri, raggiungerà Aprica (Sondrio), non prima di avere disseminato sudore, fatica e sofferenza lungo il percorso.

La sfida che verrà, per i corridori, avrà un impatto micidiale, sopratutto perché arriva dopo il giorno di riposo. Il perché è molto semplice: ci sarà da scalare il meglio del peggio del 2022, ossia il Mortirolo. Non una vetta qualsiasi.

Il cammino verso Verona, dopo il terzo e ultimo giorno di riposo, riprenderà con una tappa da cinque stelle, di quelle che agitano il sonno. Gli organizzatori, infatti, oltre al Mortirolo, hanno inserito due vette assai dure, per dare forma al più classico dei tracciati alpini. La 16/a frazione proporrà un dislivello di 5.000 metri, con la corsa che comincerà a inerpicarsi già in partenza, nella Valsabbia, da dove i corridori raggiungeranno la prima asperità del Goletto di Cadino, dopo una salita di circa 30 chilometri, che si concluderà a quasi 2.000 metri.

Seguirà la discesa in Val Camonica e la risalita fino a Edolo. Quindi, il terribile Passo del Mortirolo, che verrà scalato dal versante di Monno, su una strada che, a 3 chilometri dell’agognata vetta, diventa stretta e molto, molto ripida. Si arriverà a 1.854 metri, dopo 12,6 chilometri di salita, con un dislivello di 962 metri e una pendenza media del 7,6%.

La discesa su Grosio sarà molto impegnativa, anche in questo caso con una strada stretta e in alcuni punti molto ripida. Dopo il tratto pianeggiante, i corridori affronteranno la salita di Teglio (con tratti oltre il 15%) e la successiva discesa su Tresenda, quindi affronteranno la salita finale del Valico di Santa Cristina.

Al vigilia di questa tappa, l’ecuadoriano Richard Carapaz si presenta al via da leader, con un vantaggio di 7″ sull’australiano Jai Hindley e 30″ sul “regolarista” portoghese Joao Almeida. Lo spagnolo Mikel Landa è quarto a 59″, Domenico Pozzovivo resiste a 1’01”. Domani può ancora una volta accadere di tutto, ma anche il contrario di tutto. Carapaz sarà chiamato a resistere agli attacchi della concorrenza e si dice pronto a dare battaglia. Forse di domani la tappa non rivelerà il nome di chi è destinato a vincere il Giro, ma di certo svelerà chi lo ha già perso.

“Rispetto al 2019 (anno del suo successo al Giro, ndr) sono più maturo – ha spiegato oggi, in conferenza stampa -. Mi sento meglio e ho più fiducia nei miei mezzi. In questi anni sono molto migliorato, penso di avere imparato ormai ad affrontare e leggere meglio la corsa, credo proprio che questo sia un elemento vantaggioso per me”.

Per l’ecuadoriano gli avversari più temibili sono “Almeida, Landa e Hindley”. “Sono loro – fa notare il capitano della Ineos – i più seri candidati alla vittoria finale. Siamo attesi da una settimana molto impegnativa, li ritengo gli avversari ai quali fare attenzione”.

Nella tappa di domani è atteso anche Giulio Ciccone che il 28 maggio 2019 domò proprio il Mortirolo, affrontato sempre dal versante di Edolo, da dove si tuffo fino all’arrivo di Ponte di Legno. Fu una giornata da tregenda, fra nevischio, gelo e battaglia a colpi di pedale. Carapaz riuscì a resistere assieme a Vincenzo Nibali e domani sarà chiamato al bis; questa volta dovrà farlo da leader vero, non da outsider.

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