Aricò (CCIS): “Passione Italia, il momento ‘clou’ della festa italiana”

Giovanni Aricò, Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana per la Spagna

MADRID – “Dopo l’ultima edizione, quella del 2019 che è stata l’apogeo di ‘Passione Italia’ con oltre 70mila partecipanti, un grande evento per la comunità italiana e per gli spagnoli che amano l’Italia, torniamo con questa timida edizione. Dopo quella ‘invernale’, a dicembre, con la quale abbiamo ricominciato ad aprirci al mondo, faremo ora quella ‘estiva’, nello stesso contesto: nel giardino della Cancelleria Consolare e della Scuola Statale Italiana. Parte integrante del panorama urbano di Madrid, questo isolato, la ‘manzana italiana’ come amiamo chiamarla, include la Cancelleria Consolare, la Scuola Statale Italiana e la Camera di Commercio Italiana per la Spagna. All’interno abbiamo un grande cortile, un grande giardino, dove festeggeremo l’edizione estiva di ‘Passione Italia’”. Lo ha affermato Giovanni Aricó, segretario generale della Camera di Commercio Italiana per la Spagna, conversando con il Direttore, Mauro Bafile, nel corso dell’ultima “Diretta Instagram” del nostro Giornale.

Dopo la pausa obbligata, a causa della pandemia, torna dal 3 al 5 giugno “Passione Italia” la kermesse organizzata dalla Camera di Commercio Italiana per la Spagna. Considerata la vetrina del “Made in Italy” della gastronomia, “Passione Italia” permette di conoscere la molteplicità di prodotti italiani in Spagna, di degustare la cucina nostrana e di trascorrere tre giorni all’insegna dell’Italianità.

– Cosa rappresenta, dopo 12 anni, “Passione Italia”?

– “Passione Italia” si divide ora in edizione “invernale” ed “edizione estiva”. Quindi, in realtà, questa sarebbe la nostra quattordicesima edizione.

– Comunque, è la prima edizione estiva post-Covid.   

– Si, in effetti. Cosa rappresenta? È il momento “clou” della festa italiana, del momento di incontro tra noi italiani. Riorganizzarla, dopo due anni di pandemia, significa riallacciare i rapporti, le vecchie relazioni che avevamo con la nostra rete di italiani e con tutti, realmente con tutti gli spagnoli amanti dell’Italia. Sono tantissimi.

– Avete mantenuto lo stesso format?

– No, è leggermente diverso. In realtà, ogni edizione è diversa. In questa occasione, “Passione Italia” è più orientata verso la gastronomia. Nelle precedenti, c’erano molti punti di vendita di prodotti. Quest’anno, invece, c’è una maggiore presenza della nostra “cucina”. Anche l’offerta musicale è molto variegata: va dal nord al sud.  Include musica e momenti culturali di tutti i tipi. Quindi sono tre giorni di “vivere all’italiana”, come ci piace definirlo. Si ricostruisce un po’ l’ambiente che si potrebbe respirare in qualsiasi piazza italiana, in un momento di festa.

– Quindi, cucina, prodotti italiani, musica… voglio spezzare una lancia a favore dei ragazzi del liceo italiano che hanno organizzato una manifestazione culturale molto, molto interessante…  Sono riusciti ad allestire, con un livello quasi professionale, l’opera teatrale di Goldoni, “La Vedova scaltra”, una rappresentazione che, per la sua levatura, fa onore alla Scuola Italiana e a tutta la nostra comunità…  magari queste iniziative scolastiche potrebbero essere prese in considerazione in futuro… per una serata culturale…

– Lance da spezzare ce ne sarebbero tante. Nell’ambito di una serata accogliamo il Coro italiano del maestro Francesco Arcolano, un’iniziativa benemerita. Un professore di musica che si è sforzato di creare un coro italiano in Spagna. Sono bravissimi… Per l’occasione, canteranno l’Inno nazionale. Accogliamo anche la Società Italiana di Beneficenza, quindi una società benemerita che aiuta in Spagna tutti gli italiani nei momenti di difficoltà. Per la Sib ci sarà una raccolta di fondi. Di fatto, una parte dell’incasso sarà devoluto a questa istituzione. All’interno della manifestazione ci sarà anche uno spazio per il Comites. Avrà il suo stand di rappresentanza. Quindi, cerchiamo di includere davvero tutti. Cerchiamo di allargare ogni anno questa disponibilità, nei limiti del tempo che abbiamo. Sono solo tre giorni. In questa edizione partecipano oltre 20 sponsor, tutti le grandi aziende. Ci sono gli editori di “El Mundo”, c’è Mediaset… partecipano come sponsor tecnici.

– Quanti stand pensate di allestire? Quante sono le ditte che hanno già chiesto di partecipare?

– Lavoriamo a pieno regime. Ciò che più ha stupito è stato che in una settimana, dal momento in cui abbiamo lanciato la “campagna acquisti” per la partecipazione a “Passione Italia”, abbiamo chiuso tutti gli spazi. Abbiamo ad oggi una quarantina di stand. Ci sono poi spazi per le attività collaterali, dedicati alle famiglie, ai bambini. Abbiamo anche zone espositive. “Passione Italia” sarà l’occasione per la presentazione della nuova “Tonale” dell’Alfa Romeo…

– Quante persone prevedete che assisteranno a Passione Italia, in questi tre giorni?

– Mi auguro il massimo possibile. Posso dare i dati della partecipazione all’edizione invernale. Sono state 17mila persone. Mi auguro che in questa edizione estiva, ci sia un numero ancora più nutrito.

– L’edizione del 2019, l’ultima prima della pandemia, si fece negli spazi di “Mataderos”. Si disse che l’obiettivo era quello di aprirsi alla comunità spagnola, di promuovere lo stile di vita italiano e di coinvolgere i “madrileños”. Insomma, una maniera anche di favorire l’integrazione nel paese. Cosa è cambiato?

– Abbiamo avuto la pandemia. Ha cambiato i ritmi di vita di ognuno di noi. Da lì, l’idea di essere un po’ conservatori e di organizzare un evento più gestibile. La partecipazione potrebbe raggiungere le 20mila persone. È cambiato anche il senso di libertà; libertà nel viaggiare, libertà nel muoversi, libertà nello stare insieme. La paura che la pandemia ha lasciato un po’ dentro tutti noi… la paura e, forse, anche la pigrizia di muoversi, di andare da una parte all’altra o troppo lontano. Si riflette anche nel commercio internazionale, nella partecipazione alle Fiere che stiamo curando. C’è il timore di non farcela e perdere l’investimento. Sono tutti riflessi di quello che è accaduto e che ancora stiamo cercando di superare. Siamo sicuri dei buoni risultati di questa edizione di “Passione Italia”, sicuramente più sobria delle precedenti.

– La pandemia ci ha cambiato e ha cambiato anche il modo di lavorare. In che modo si è reinventata la Camera di Commercio, per superare gli ostacoli e una crisi provocata da circostanze che nessuno poteva prevedere?

–  Credo che tutti abbiamo sotto gli occhi la rivoluzione digitale. La svolta alla quale ha obbligato la pandemia. Questa evoluzione digitale non potrà non essere presa in considerazione. Stiamo pianificando il prossimo futuro della Camera; stiamo lavorando su un progetto che ormai è quasi agli sgoccioli. Si tratta di una piattaforma digitale che consentirà di snellire, in maniera incredibile rispetto al passato, il processo di internazionalizzazione delle imprese. Allo stesso tempo, ci permetterà di avere tempi certi per l’internazionalizzazione. La piattaforma consentirà alle aziende in sei mesi, quindi in un tempo certo, di internazionalizzarsi. È tuttora in via di sviluppo. Non posso dire altro. È un progetto che abbiamo nel cassetto è che tireremo fuori al momento opportuno. Spero in una tua intervista per presentarlo. È un progetto che merita un approfondimento e per il quale ti posso assicurare stiamo investendo moltissimo. A mio avviso costituisce un po’ il futuro della internazionalizzazione.

– Quanto si guadagna, quanto si perde con la digitalizzazione?

– Quando si guadagna e quanto si perde…  La digitalizzazione ha il vantaggio di accelerare processi. Ha anche un costo inferiore, ed è questo un aspetto che va tenuto in conto. Al principio, quando mi sono ritrovato ad analizzare “l’opportunità digitale”, mi sono trovato anche ad analizzare l’opzione di fiere online. Ancora oggi, hanno un costo, per la realtà digitale in cui viviamo, troppo elevato per rivaleggiare con una fiera tradizionale.

– Nella fiera tradizionale c’è il rapporto umano.

– Sì, ti permette di conoscerti personalmente. Credo che la profittabilità del digitale stia tutta nella possibilità di esplorare un mercato in anteprima a costi e tempi contenuti, rispetto all’esplorazione presenziale. É molto più facile collegarsi da Madrid a Milano e impiegare un’ora, due in digitale; piuttosto che perdere due giorni tra il viaggio di andata e di ritorno. Sono giorni in cui ti allontani dall’azienda. Perdere due ore o perdere due giorni non è la stessa cosa. Il valore dei due giorni o delle due ore di riunione presenziale… è questo il gap che, attraverso il digitale, dobbiamo cercare di colmare. È un’operazione che ancora non è stata fatta. Il digitale deve essere realmente efficiente. Con la piattaforma che ti menzionavo, stiamo cercando di esplorare una dimensione, una modalità diversa che consentirebbe di rendere più produttivo questo passaggio; un processo di servizi programmati per arrivare all’internazionalizzazione ottimizzando tempo e risorse.

– Potresti fare una radiografia dell’imprenditorialità Italo-spagnola post-Covid? Com’è cambiata?

– L’imprenditoria, in generale il “management” italiano post-covid, vive con un senso di profonda incertezza. Non è cambiato solo per la pandemia e le sue derivate ma anche per lo stato di allerta che viviamo a conseguenza della guerra, delle notizie che ci giungono di una probabile carestia alimentare, dell’interruzione del processo di produzione alimentare. Tutto ciò provoca continui sbalzi nei mercati finanziari. Ho la percezione di trovarmi di fronte a imprenditori che, in questo momento, più che lineari, come lo sono stati in passato, più che orientati a scegliere un’unica linea, hanno atteggiamenti diversi: c’è chi è positivo e chi è estremamente negativo. Questo aspetto l’ho analizzato e lo comprendo nel momento in cui mi ritrovo a settorializzare i comparti produttivi e a vedere che effettivamente il periodo che stiamo vivendo, dalla pandemia alla guerra, non colpisce tutti nello stesso modo.

– Quali sono i settori più colpiti, che hanno risentito di più della crisi, e quali sono quelli che saranno favoriti dai prossimi provvedimenti, investimenti previsti dal governo?

– Inutile indicare i comparti. Dirò che in generale saranno favorite tutte quelle attività che riguardano l’individuo, quindi l’individualità, e meno quelle che riguardano la collettività. Le attività rivolte a gruppi, orientate a riunire persone e allo stare insieme hanno avuto più difficoltà. Ad esempio, il comparto degli eventi e della ristorazione. Oggi notiamo la spinta verso l’alto. Si esce di meno e ci si concentra, la volta in cui si va a cenare fuori casa, ad una scelta di qualità.

– Eppure, la vita “madrileña” invita a “noches de tapas” …

– Madrid, all’interno di questo periodo che stiamo vivendo, è stata una sorta di isola felice. Credo che condividerai con me che Madrid ha avuto un atteggiamento nei confronti della pandemia sfrontato.

– Forse un po’ troppo…

–  Forse un po troppo. Ha voluto sfidare il sistema, lasciando la libertà un po’ a tutti di decidere. Trovo che il libero arbitrio impostato dalla politica “madrileña” abbia consentito a questi cluster che vivono delle riunioni tra persone, di sopravvivere. Il prezzo che poi Madrid ha pagato per questo non credo sia stato estremamente o statisticamente più alto che altrove.

– Su questo si potrebbe discutere per ore e giorni… abbiamo parlato di “Passione Italia” e di digitalizzazione, quali altre iniziative bollono in pentola?

– Diverse, in un’ottica mista.  La nostra idea, oggi, e di organizzarci per un panorama di lobby, creare gruppi di lavoro orientati a settori specifici. Quindi, nei prossimi anni, ci concentreremo sulla creazione di tavoli di lavoro, “mesas de concertación”, orientati a settori specifici, così da cogliere quelle opportunità che i piani di sviluppo legati alla sostenibilità o alla transizione digitale possano offrire. Da qui, l’idea di lanciare questo nuovo portale che sarà rivoluzionario dal punto di vista del processo di internazionalizzazione. Ne avrete notizia presto sulla “Voce”. Questo è un po il nostro obiettivo: cercare di comprendere il periodo che stiamo vivendo per cogliere le opportunità in futuro. Stiamo vivendo un periodo in cui il digitale e le relazioni umane cercano un punto d’incontro…

– Un processo di conciliazione…

– Esatto. Dobbiamo arrivare a questo punto di conciliazione dal quale nascerà l’opportunità.

Redazione Madrid

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