Segnali di ripresa in Cina, vola l’import dalla Russia

Containers in attesa di essere imbarcati per l'esportazione.
Containers in attesa di essere imbarcati per l'esportazione. EPA/ROMAN PILIPEY

PECHINO. – Segnali di ripresa in Cina. Le esportazioni rifiatano e a sorpresa a maggio rivedono una crescita a due cifre (+16,9%), mentre le importazioni salgono (+4,1%) per la prima volta in tre mesi, con un picco di quasi l’80% dalla Russia, il partner “senza limiti” su cui pesano le pesanti sanzioni occidentali per l’aggressione ai danni dell’Ucraina.

Grazie alla rilancio produttivo delle fabbriche e al superamento delle barriere logistiche per l’allentamento dei lockdown di contenimento della peggiore ondata di Covid in oltre due anni, Pechino ha visto lo scorso mese un surplus commerciale di 78,76 miliardi di dollari, oltre i 51,12 miliardi di aprile e i 58 miliardi attesi in media dagli analisti.

I dati, migliori delle attese, sono segnali incoraggianti, peraltro anticipati dalle statistiche manifatturiere, di una ripresa dalle prospettive difficili: ci sono i costi elevati delle materie prime, le incertezze della guerra ucraina e la ripartenza in altre economie potrebbe influire sulla domanda internazionale di beni cinesi.

Intanto, nei primi 5 mesi dell’anno, il surplus commerciale è salito a 290,46 miliardi, effetto di un export in aumento del 13,5% e di un import del 6,6%. Per stabilizzare la situazione in un anno politicamente delicato (con il congresso del Partico comunista di fine anno al quale il presidente Xi Jinping avrà un inedito terzo mandato) il governo centrale ha invitato i funzionari locali a rilanciare le supply chain, ripristinare la crescita e frenare la disoccupazione.

Le principali case automobilistiche sono riuscite ad aumentare la produzione a maggio e la movimentazione di merci in porti e aeroporti sta tornando verso livelli pre-lockdown. Tesla, ad esempio, ha riattivato l’impianto di Shanghai il 19 aprile dopo lo stop di 22 giorni, con la capacità di assemblaggio tornata alla fase pre-chiusura a fine maggio.

Il porto dell’hub finanziario cinese, primo al mondo per container, era a passo ridottissimo ad aprile e ha visto il traffico giornaliero salire al 95,3% dei livelli normali a fine maggio. Pechino ha quindi annunciato un pacchetto di 33 misure che coprono politiche fiscali, finanziarie, di investimento e industriali.

Ma gli analisti ritengono difficile da centrare l’obiettivo ufficiale del Pil 2022 a “circa il 5,5%” senza eliminare la strategia ‘zero-Covid’. La Banca Mondiale ha appena tagliato le stime sulla Cina per l’anno in corso dello 0,8%, al 4,3%, a causa “dei prolungati lockdown da marzo a maggio in diverse aree del Paese”.

Quanto ai rapporti con la Russia, dai dati delle Dogane, che non specificano la tipologia di beni, l’import della Cina ha segnato un +79,6%, in accelerata sul +56,6% di aprile e sul +26,4% di marzo. Pechino è uno dei principali acquirenti di greggio, gas, risorse naturali e prodotti agricoli russi e sta accelerando gli acquisti di petrolio a prezzi scontati, come è emerso nelle scorse settimane. Le spedizioni cinesi, invece, sono diminuite dell’8,6% a maggio (-25,9% ad aprile), nell’ambito degli sforzi per evitare accuse di violazione delle sanzioni.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

Lascia un commento