Guerra Ucraina: bombe sull’Azot. “Qui si decide la sorte del Donbass”

Un blindato ucraino nel Donbass.
Un blindato ucraino nel Donbass.. (Photo by ARIS MESSINIS / AFP)

ROMA. – L’assalto all’Azot è cominciato. Come avvenuto per quasi tre mesi nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, anche la fabbrica chimica di Severodonetsk rappresenta l’ultimo baluardo di una città ormai di fatto in mani russe. E per prenderne il controllo, costringendo le persone barricate a uscirne, la strategia di Mosca punta di nuovo sui bombardamenti a tappeto.

Nella struttura restano rifugiati circa 800 civili – 600 residenti nei bunker e 200 dipendenti rimasti per disinnescare potenziali disastri ambientali, in un impianto che ha sospeso la produzione ma resta pieno di sostanze pericolose -, accanto a cui, secondo i filorussi, si sarebbero nascosti anche alcune unità di soldati ucraini in ritirata. L’area è stata bombardata a più riprese e i raid hanno colpito almeno due officine, tra cui una per la produzione di ammoniaca.

Il governatore del Lugansk, Serhiy Gaidai, ha spiegato che al momento non ci sono informazioni chiare sulla sorte delle persone intrappolate all’interno, tra difficoltà comunicative che ricordano anch’esse l’assedio di Mariupol. A Severodonetsk, le truppe di Vladimir Putin hanno concentrato da alcune settimana la loro potenza di fuoco e, secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, è lì che potrebbe decidersi la sorte di tutto il Donbass.

Gli assalti, ha spiegato il governatore, continuano nella zona industriale, dopo aver fatto terra bruciata dell’area residenziale. Una volte soverchiate le difese, i russi si sono ritirati alla periferia della città per spazzare via a suon di bombardamenti le ultime unità di Kiev, che come i 10-11 mila residenti rimasti non riescono più a evacuare il perimetro urbano.

I raid hanno provocato nelle ultime ore altre 4 vittime civili. Ma gli ucraini stringono i denti, provando a trascinare il più possibile la battaglia, convinti che, come ha detto il governatore, con le armi “a lungo raggio” attese dagli alleati occidentali, la città potrebbe essere ripesa “in 2-3 giorni”.

L’offensiva prosegue anche sugli altri fronti. Secondo i separatisti filorussi di Donetsk è in corso uno scontro per il controllo di Sloviansk, 80 km a ovest di Severodonetsk, mentre ancora più a nord si segnalano nuove concentrazioni di forze nell’area di Izyum. Manovre che puntano a isolare le linee di difesa ucraine, in vista di un’avanzata sempre più in profondità anche nell’oblast di Donetsk.

Le bombe continuano a cadere anche a Kharkiv, dove si registrano almeno tre vittime e cinque feriti, mentre si segnala un rafforzamento del contingente a Vasylivka, un villaggio a 35 chilometri a sud di Zaporizhzhia, dove la Russia ha schierato altri 30 carri armati T-62. L’esercito ucraino, stando alle stime del governo, continua a registrare al fronte tra 100 e 200 vittime al giorno.

Ma anche Mosca farebbe segnare pesanti perdite. Ad aprile, secondo un portale investigativo russo, al Cremlino sarebbero arrivate quasi 42 mila richieste di informazioni su soldati che risultano dispersi o catturati in Ucraina, mentre il dato ufficiale dei caduti resta fermo a 1.351 e non viene aggiornato dal 25 marzo. Fonti occidentali stimano invece che i soldati uccisi potrebbero essere “fino a 20 mila”.

Intanto, a settimane dalla caduta in mani russe, da Mariupol continuano a emergere nuovi orrori, con centinaia di corpi rinvenuti tra i detriti degli edifici distrutti dai bombardamenti sulla città, dove per settimane le autorità hanno parlato di un bilancio reale di oltre 20 mila vittime. “Tra i 50 e i 100 corpi per ogni caseggiato vengono recuperati da sotto le macerie. Non ci sono parole, Solo rabbia – ha detto il consigliere del sindaco Petro Andryushchenko -. E’ una carovana di morte senza fine”.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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