Dacia Maraini invoca “pensiero e parola” per combattere “l’odio” dei femminicidi, della guerra e delle fake news

La scrittrice Dacia Maraini

MADRID — L’odio che si manifesta come “paura dell’indipendenza femminile”. Come “guerra d’aggressione”. Come “insulto anonimo” sui social. O come “falsa informazione”. E il “lavoro culturale” proprio sulle paure come unico modo per contrastare questi fenomeni. Perché “dove c’è il pensiero, dove c’è la parola, non ci sono le armi”.

È con riflessioni di questo tipo che Dacia Maraini, scrittrice, poetessa e saggista nata a Fiesole nel 1936, ha contribuito a un colloquio tenutosi alla Fiera del Libro di Madrid, intitolato proprio “I valori europei contro i discorsi d’odio”. Dialogando con  l’ambasciatrice finlandese in Spagna Sari Rautio e la docente dell’Università Complutense Eugenia Relaño, l’intellettuale italiana ha così concluso una due giorni da invitata speciale nella capitale spagnola. Un soggiorno che l’ha vista anche protagonista, il giorno prima, di un incontro all’Istituto Italiano di Cultura, dove ha parlato sulla figura del suo amico Pier Paolo Pasolini, in occasione del centenario dalla sua nascita.

Di fronte a un pubblico attento e interessato, accorso al “Pabellón Europa” della Fiera del Libro allestito all’interno del parco del Retiro, Maraini ha riflettuto su diversi temi d’attualità. Significativi in particolare proprio i passaggi legati ai femminicidi, crimini che nascono “dalla paura dell’indipendenza femminile, dell’autonomia femminile”, propria di “uomini deboli, fragili” che credono di perdere “dei privilegi”, una dinamica che “mette in crisi la loro identità virile”. Un terribile fenomeno che ha mietuto nuove vittime anche negli ultimi giorni, sia in Spagna, sia in Italia, e che per la scrittrice italiana va combattuto con cultura e istruzione per far sì che “sin da piccoli, da bambini”, si impari che “se una donna è indipendente e autonoma bisogna accettare”.

Diversi anche i riferimenti alla guerra in Ucraina, Paese al quale Maraini mostra completo sostegno. “Penso, riferendoci ai giorni nostri, che il regime russo, non i russi, che io stimo moltissimo, ma il regime russo, abbia avuto paura di perdere il suo prestigio, la sua popolarità. E allora ha tirato fuori la guerra, perché la guerra compatta le nazioni, perché crea un nemico”, ha riflettuto.

Verso la fine del suo intervento, la scrittrice ha manifestato all’ambasciatrice finlandese la propria solidarietà con questo Paese. “Mi sento vicinissima alla Finlandia, perché sono vicini, e sono già stati invasi, non è una novità, conoscono la Russia, sanno quello che la Russia può fare quando è sotto un dittatore come quello che c’è in questo momento” , ha affermato. “Quindi io sono completamente dalla vostra parte”.

Parole a cui Rautio ha risposto con un sentito ringraziamento, aggiungendo che il suo Paese punta a entrare nella NATO non solo per “ragioni pratiche”, ma anche perché la considera “un’alleanza di valori”.

Francesco Rodella/Redazione Madrid

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