I mercati delle materie prime del CME Group e l’impatto con Inflazione


– Le materie prime hanno sovraperformato le azioni con l’aumento dell’inflazione
– Il greggio guida il rally dei prezzi delle materie prime, salendo del 48% quest’anno
– Le materie prime sono in rialzo nonostante il rafforzamento del dollaro
– Il previsto rallentamento della crescita globale offusca lo scenario della domanda per il 2023

Apertura del mercato CME ( Prova la demo )

Le materie prime hanno registrato un’impennata quest’anno, superando le azioni e sottolineando le loro credenziali come copertura contro l’aumento dell’inflazione e come diversificatore di portafoglio in un momento in cui gli investitori stanno discutendo se l’economia più grande del mondo possa evitare di inciampare in una recessione con l’aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve (Fed).

L’indice S&P GSCI, composto da 24 materie prime che rappresentano settori come l’energia, l’agricoltura, l’allevamento e i metalli, ha registrato un’impennata del 34% dall’inizio del 2022 e un aumento del 213% rispetto al minimo del 2020 durante la pandemia, mentre l’indice CRB, composto da 19 materie prime tra cui petrolio greggio, oro e mais, ha registrato un aumento del 37% quest’anno e un aumento di quasi il 200% rispetto al minimo del 2020.

Al contrario, lo S&P 500 ha registrato un rendimento totale del -22,5% da un anno all’altro al 16 giugno ed è in calo di circa il 12% rispetto a un anno fa. Il Nasdaq-100, che è un settore tecnologico, è sceso del 31% dall’inizio del 2022 e del 4% rispetto a un anno fa (Figure 1 e 2).

 

A guidare il rally delle materie prime è stato il petrolio, con il greggio WTI che ha registrato un’impennata del 48% quest’anno, soprattutto a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e delle successive sanzioni sulle esportazioni di petrolio russo da parte di Stati Uniti ed Europa. Il greggio WTI ha anche superato i 120 dollari al barile in un contesto di ristrettezze delle forniture globali, anche se a giugno l’OPEC+ ha deciso di aumentare la produzione di 648.000 barili al giorno nei mesi di luglio e agosto, quando la stagione di guida estiva negli Stati Uniti sarà in piena attività.

Anche i prezzi del gas naturale sono aumentati in modo sostanziale, con un incremento di oltre l’81% quest’anno, grazie alla forte domanda, alle esportazioni dagli Stati Uniti e alle scorte relativamente basse. L’invasione dell’Ucraina ha avuto un impatto anche sui prezzi delle materie prime agricole come il grano e il mais, che sono aumentati di circa il 100% rispetto ai minimi del 2020. Il litio, utilizzato nella produzione di batterie per auto elettriche, è salito del 71% quest’anno, grazie all’aumento dei prezzi del greggio e alle crescenti preoccupazioni per il cambiamento climatico che accelerano la domanda di veicoli elettrici.

Le materie prime come copertura dell’inflazione

La crescita di queste materie prime ha ragioni di fondo come le interruzioni delle forniture causate dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, i problemi della catena di approvvigionamento causati dalla pandemia, le condizioni meteorologiche inclementi in Brasile che sostengono i prezzi della soia e gli aumenti stagionali della domanda, come quella di benzina durante i mesi estivi nell’emisfero settentrionale, che si aggiungono alle pressioni inflazionistiche.

Il fenomeno dell’aumento dell’inflazione è diventato sempre più un fenomeno globale nelle principali economie, ad eccezione di pochi paesi come Cina e Giappone. L’inflazione negli Stati Uniti ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 40 anni, superando l’8% (Figura 3), mentre in Europa ha toccato il record dell’8,1% a maggio. Nel Regno Unito, l’inflazione ha raggiunto il 9%, il 17,8% in Russia e l’incredibile 73% in Turchia, soprattutto a causa delle carenze causate dalle difficoltà della catena di approvvigionamento innescate durante la pandemia e dallo spostamento della domanda dei consumatori verso i beni manifatturieri e non verso i servizi durante il sequestro sociale come misura di sicurezza.

Dollaro forte

L’aumento dei prezzi di una serie di materie prime avviene nonostante il forte rafforzamento del dollaro statunitense nei confronti di un paniere di sei valute, che ha raggiunto i massimi da due decenni nei confronti dello yen giapponese e i massimi da diversi mesi nei confronti dell’euro, della sterlina inglese e dello yuan cinese (Figura 4). Le materie prime e il dollaro americano hanno in genere una relazione inversa, poiché il biglietto verde è la valuta preferita nel commercio globale delle materie prime.

Qui in basso le condizioni del Futures e Opzioni CME Group

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