Papa Francesco, il saluto agli italiani: “Siate costruttori di unità”

Papa Francesco durante la benedizione dell'Angelus in Piazza San Pietro..
Papa Francesco durante la benedizione dell'Angelus in Piazza San Pietro.. EPA/GIUSEPPE LAMI

CITTÀ DEL VATICANO. – Papa Francesco richiama gli italiani a essere “costruttori di unità e di pace”: e questo ovunque, “in famiglia, nella Chiesa e nella società”. Il Pontefice lo dice alla fine dell’udienza generale nella Sala Nervi, dopo una delle ultime catechesi dedicate al tema della vecchiaia. “Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana – scandisce Francesco -, esortando tutti ad essere costruttori di unità e di pace in famiglia, nella Chiesa e nella società”.

E aggiunge: “Non è facile essere costruttori di pace, sia nella famiglia che nella Chiesa… l’unità; ma dobbiamo farlo, perché è un bel lavoro”. Il Papa rivolge quindi “un pensiero anche al popolo dell’Ucraina, che ancora soffre questa guerra così crudele”. E “preghiamo anche per i migranti che stanno arrivando continuamente”, esorta.

L’appello di Bergoglio a essere “costruttori di unità”, rivolto in particolare agli italiani, risuona con uno speciale significato in questi tempi di accesa campagna elettorale e di rovente confronto politico. E fa un po’ il paio con quello alla “responsabilità civica” indirizzato ai partiti in vista del 25 settembre durante il volo di ritorno dal Canada. Il tema trattato durante l’udienza generale, però, è un altro, con non poche sollecitazioni anche sul piano dei comportamenti umani.

“La sicumera di fermare il tempo – volere l’eterna giovinezza, il benessere illimitato, il potere assoluto – non è solo impossibile, è delirante”, dice infatti il Papa. “La vecchiaia è nobile – sottolinea -, non ha bisogno di truccarsi per far vedere la propria nobiltà: forse il trucco viene quando manca nobiltà”. E “il tempo passa, ma questo non è una minaccia, è una promessa”, aggiunge Secondo Francesco, “una vecchiaia che si consuma nell’avvilimento delle occasioni mancate, porta avvilimento per sé e per tutti”.

Invece, “la nostra esistenza sulla terra è il tempo dell’iniziazione alla vita, che solo in Dio trova il compimento. Siamo imperfetti fin dall’inizio e rimaniamo imperfetti fino alla fine”. “Ecco – avverte -: la vecchiaia avvicina la speranza di questo compimento. La vecchiaia conosce definitivamente, ormai, il senso del tempo e le limitazioni del luogo in cui viviamo la nostra iniziazione. La vecchiaia è saggia per questo, i vecchi sono saggi per questo. Per questo essa è credibile quando invita a rallegrarsi dello scorrere del tempo”.

Il Pontefice conclude quindi ribadendo che “la vecchiaia è la fase della vita più adatta a diffondere la lieta notizia che la vita è iniziazione per un compimento definitivo. I vecchi sono una promessa, una testimonianza di promessa. E il meglio deve ancora venire, ecco il messaggio del vecchio e della vecchia credenti. Dio ci conceda una vecchiaia capace di questo!”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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