Salman Rushdie è in gravi condizioni, rischia un occhio

Salman Rushdie posa con in mano il suo libro 'Quichotte'
Salman Rushdie posa con in mano il suo libro 'Quichotte'. (Photo by Tolga AKMEN / AFP)

WASHINGTON. – Sono ore di angoscia e apprensione per le condizioni di Salman Rushdie che, dopo essere stato accoltellato al collo e all’addome durante un festival letterario nello Stato di New York, è ancora ricoverato in condizioni gravi, mentre cominciano a montare le polemiche sulla mancanza di protezione per un uomo che vive da oltre 30 anni sotto la minaccia dell’estremismo islamico.

La Casa Bianca ha condannato “l’orribile attacco” avvenuto su suolo americano e ha fatto sapere che prega per Rushdie. Nessuna informazione ufficiale sul movente dell’attacco ma l’aggressore, un 24ennne nato in New Jersey da genitori libanesi, sembra essere vicino all’estremismo sciita e ai pasdaran iraniani.

L’ultimo aggiornamento sulle condizioni dell’autore dei ‘Versi Satanici’ risale ormai a diverse ore fa. E’ stato il suo agente, Andrew Wylie, a dare le informazioni via email. “Le notizie non sono buone. Salman è attaccato a un respiratore, in questo momento non è in grado di parlare”, ha fatto sapere l’agente dello scrittore rivelando che le sue condizioni sono più gravi di quanto si potesse immaginare. “Probabilmente perderà un occhio, i nervi del suo braccio sono stati recisi e il suo fegato è stato ferito e danneggiato”.

Dopo il premier britannico Boris Johnson e il presidente francese Emmanuel Macron, è arrivata anche la condanna della Casa Bianca. “Gli Stati Uniti e il mondo hanno assistito a un attacco orribile contro lo scrittore Salman Rushdie. Questo atto di violenza è spaventoso”, ha sottolineato in una nota il Consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan. “Tutti noi nell’amministrazione Biden-Harris preghiamo per la sua pronta guarigione”, ha aggiunto esprimendo gratitudine ai “bravi cittadini e soccorritori che hanno aiutato così velocemente Rushdie dopo l’attacco e alle forze dell’ordine per il loro lavoro efficace”.

In effetti stando alla ricostruzione della polizia, sono state proprio le persone presenti nella sala del Chautauqua Institution, dove Rushdie stava per prendere la parola, a bloccare Hadi Matar prima dell’arrivo degli agenti. E questa circostanza ha scatenato le critiche contro gli organizzatori per la mancanza di sicurezza a un evento al quale partecipava un uomo che rischia la vita dal 1989.

Molti dei presenti hanno denunciato come all’ingresso non ci fossero né metal detector né controlli delle borse tanto che un uomo in possesso di un coltello è riuscito a entrare e sedersi tra il pubblico come un normale spettatore. E’ emerso inoltre che in sala ci fossero solo due agenti della sicurezza, uno dei quali alla fine è riuscito ad arrestare Matar.

Il giovane è stato rinchiuso nel carcere locale ed è accusato di tentato omicidio di secondo grado. Ancora nulla, invece, sul movente ma comincia a farsi largo la pista dell’estremismo islamico. Da un’analisi dei social media dell’aggressore, che è nato in California da immigrati libanesi, emerge una vicinanza alla Guardia rivoluzionaria islamica iraniana, nella lista nera Usa delle organizzazioni terroristiche.

In un’app di messaggi sul suo telefono sono state trovate quattro foto di Qassem Solemani, il generale iraniano capo delle forze speciali Al Quds, braccio armato dei pasdaran, ucciso da un drone americano in Iraq nel gennaio 2020. E sul suo account Facebook una foto dell’ayatollah Khomeini, autore della fatwa contro Rushdie e colui il quale offrì per la morte dello scrittore una ricompensa da 3 milioni di dollari, e dell’ayatollah Khamenei.

Inoltre, durante una perquisizione gli è stata trovata una patente falsa intestata a un ‘martire’ di Hezbollah, Imad Moghniyé, il comandante militare del gruppo ucciso nel 2008 a Damasco. Ma il movimento radicale sciita sostiene di non sapere niente di lui.

(di Benedetta Guerrera/ANSA)

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