Sindaci Dem si preparano, costituente per il congresso

Stefano Bonaccini arriva a tarda notte alla sede della regione Emilia Romagna dopo la rielezione.
Stefano Bonaccini presidente della regione Emilia Romagna in una foto d'archivio del 2020. ANSA/GIORGIO BENVENUTI

BOLOGNA. – Alla luce del risultato elettorale, che ha lasciato in piedi la sola ‘roccaforte’ emiliano-romagnola, in casa Pd sarebbe meglio rinviare il congresso, per scegliere il nuovo segretario al posto di Enrico Letta, e ascoltare i delusi dando vita, magari, ad una costituente che veda al centro chi si ‘sporca’ quotidianamente sul territorio come i sindaci e gli uomini e le donne del Terzo Settore.

A indicare la rotta per risalire la china dopo lo ‘shock’ del voto settembrino è il primo cittadino di Bologna, Matteo Lepore in una intervista al dorso locale di Repubblica “Propongo di creare una costituente del nuovo Pd con sindaci e leader del Terzo Settore – ha scandito -: non sia dato mandato a un gruppo ristretto di capicorrente o a un caminetto di fare subito primarie e congresso”.

E questo perché, i democratici – prima di ogni altra cosa – hanno bisogno di ritrovare “il loro blocco sociale”: un compito che richiede tempo. D’altronde, sembra chiarire Lepore occorre “ripensare il Pd anche in veste di opposizione” prima di candidarsi a governare. “Penso serva una fase costituente – ha osservato -: il congresso ci sarà, con tesi e candidati, ma abbiamo bisogno di almeno 5-6 mesi per scrivere la nuova ragione sociale del Pd”.

Parole su cui riflettono altri due sindaci, il fiorentino Dario Nardella e il pesarese, Matteo Ricci, i cui nomi fanno capolino tra coloro che potrebbero pure pensare ad una candidatura alla guida della segreteria democratica. “Dobbiamo analizzare i voti – ha argomentato il primo – il primo punto serio di crisi del nostro partito è che abbiamo perso la nostra missione. Non abbiamo chiaro qual è il blocco sociale che vogliamo davvero rappresentare”. Per questo, ha esortato Nardella, “dobbiamo fare un lavoro serio, anche doloroso ma necessario per ripartire da zero”.

D’altronde, ha considerato Ricci ora “va ripensato un soggetto politico nato 15 anni fa e che oggi deve riaggiornare il pensiero, l’organizzazione e il linguaggio. In questo scenario nessuno si può tirare indietro, soprattutto i sindaci che sono il livello nel quale il centro sinistra continua a governare”. Per questo, aveva detto ieri, “penso che non basterà neanche il congresso, penso che occorrerà una fase costituente”.

E sul ‘sasso’ lanciato da Lepore nello stagno del Pd, intervengono anche altri sindaci democratici emiliano-romagnoli. Se per il riminese Jamil Sadegholvaad, sindaci e amministratori “possono dare il loro contributo per migliorare la proposta politica del Pd e andrebbero sicuramente valorizzati”, per il reggiano Luca Vecchi, “serve un partito nuovo prima ancora di un nuovo segretario e soprattutto una grande disponibilità di ascolto, di umiltà e di generosità”.

Da Modena, Gian Carlo Muzzarelli, osserva come il “congresso sia già avviato, pensiamo piuttosto a come farlo affinché sia davvero utile” mentre a Ravenna, Michele De Pascale definisce “riflessioni utili e intelligenti” tanto quella di Lepore “di fare una costituente prima del congresso” quanto quella del presidente della regione, Stefano Bonaccini “di concentrarsi prima sui contenuti che sui nomi”.

(di Gianluca Angelini/ANSA)

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