“L’Italia risarcirà due minori per violenza domestica”

In una foto d'archivio i giudici della Corte Suprema di Straburgo.
In una foto d'archivio i giudici della Corte Suprema di Strasburgo.

STRASBURGO. – Non vennero difesi dalle autorità italiane dalla violenza del padre e di una zia e alla fine la madre morì: due bimbi di 8 e 10 anni hanno ora ottenuto giustizia. Il governo italiano ha riconosciuto davanti alla Corte europea dei diritti umani tutte le colpe che i bambini, tramite la madre adottiva e due avvocati, hanno avanzato contro lo Stato, e ha inoltre dichiarato che verserà a ciascuno di loro 30 mila euro per risarcirli dei danni subiti.

Il loro caso era arrivato alla Corte il 24 giugno del 2020. Nei documenti depositati a Strasburgo le autorità italiane sono accusate di non aver preso le misure necessarie per difendere i due piccoli, di cui non sono state divulgate le generalità, ma neppure la loro mamma, dalle violenze commesse dal padre e da una zia. Ma anche di non averli protetti e assistiti, in particolare dopo che tutti e tre sono stati ricoverati in ospedale. Nel ricorso si afferma anche che quanto subito dai minori può essere equiparato alla tortura.

Lo Stato italiano ha cercato di trovare un accordo amichevole per chiudere il caso, senza dover subire un’altra condanna per non essere intervenuto in tempo e efficacemente per salvaguardare le vittime di violenza domestica. Ma non essendoci riuscito ha deciso, sempre per evitare una nuova condanna, di presentare il 20 maggio scorso alla Corte di Strasburgo una dichiarazione unilaterale.

Questo è un documento in cui lo Stato riconosce di aver violato i diritti dei due bambini – il diritto alla vita, a non essere sottoposti a trattamenti inumani, e il diritto alla vita familiare – e offre un indennizzo, in questo caso per un totale di 60mila euro.

Nella dichiarazione, il governo spiega che l’indennizzo è stato calcolato tenendo conto delle sentenze che la Corte di Strasburgo ha già pronunciato per casi simili e in base alla legge 122 del 7 luglio del 2016, che prevede un risarcimento che va dai 25 ai 60 mila euro per le vittime di crimini intenzionali commessi con violenza quando causano la morte.

La Corte di Strasburgo ha accettato tutti i termini posti dall’Italia, tranne la somma offerta per le spese legali, che è in aggiunta a quella del risarcimento per i danni subiti. Secondo i giudici di Strasburgo i mille euro che il governo offriva erano troppo pochi, e ha stabilito che l’Italia deve aggiungerne altri 2mila. Decidendo di accettare la dichiarazione del governo italiano, cioè una soluzione che i ricorrenti non avrebbero necessariamente accettato, la Corte chiude il caso, che è stato radiato dai suoi registri.

(di Samantha Agrò/ANSA)

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