Zelensky chiude per sempre ai negoziati con lo zar

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. (ANSA)

WASHINGTON. – Addio ad ogni negoziato di pace tra Mosca e Kiev dopo l’annessione russa delle quattro regioni ucraine. Almeno finché Vladimir Putin resterà al potere. A mettere la pietra tombale su qualsiasi possibilità di dialogo con l’attuale leadership russa è stato Volodymyr Zelensky.

“L’Ucraina è e resta un leader negli sforzi di negoziazione. Abbiamo sempre offerto alla Russia un accordo sulla convivenza a condizioni eque, oneste e dignitose. Ma è ovvio che ciò è impossibile con questo presidente russo. Non sa cosa siano la dignità e l’onestà. Pertanto, siamo pronti per un dialogo con la Russia, ma quando avrà un altro presidente”, ha detto il presidente ucraino in un video su Telegram diffuso dopo la riunione del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa nazionale.

Zelensky ha quindi inevitabilmente sbattuto in faccia la porta allo zar, che poco prima nei saloni dorati del Cremlino si era detto pronto a tornare al tavolo dei negoziati ma senza rimettere in discussione l’appena proclamata annessione dei territori ucraini. Il leader di Kiev ha anche rilanciato la sfida e alzato il tiro, promettendo la liberazione di tutto l’Ucraina e chiedendo l’adesione accelerata alla Nato dopo la “farsa” finale dell’annessione.

“L’intero territorio del nostro Paese sarà liberato dal nemico, il nemico non solo dell’Ucraina, ma della vita stessa, dell’umanità, della legge e della verità”. Mosca “cerca di rubare qualcosa che non le appartiene, vuole riscrivere la storia e ridisegnare i confini con omicidi, abusi, ricatti e bugie.

L’Ucraina non lo permetterà”, ha accusato, avvisando che “se non interveniamo, la Russia non si fermerà ai nostri confini. Altri sarebbero sotto attacco: Stati baltici, Polonia, Moldova e Georgia, Kazakistan…”.

Il leader ucraino è tornato a giocare anche la carta dell’ingresso nella Nato, uno dei pretesti dell’invasione russa, e ha chiesto l’adesione accelerata, come hanno fatto Svezia e Finlandia dopo l’invasione dell’Ucraina. “Di fatto, siamo già nella Nato. Di fatto, abbiamo già dimostrato la compatibilità con gli standard dell’Alleanza”, standard che “sono reali per l’Ucraina, reali sul campo di battaglia e in tutti gli aspetti della nostra interazione. Ci fidiamo gli uni degli altri, ci aiutiamo a vicenda e ci proteggiamo a vicenda. Questa è l’Alleanza”, ha spiegato Zelensky, dopo che in marzo aveva fatto dietrofront su questo scenario.

Il presidente ucraino sa bene che occorre l’unanimità dei membri e che alcuni Paesi, come Francia e Germania, in passato sono stati contrari o scettici, consapevoli del rischio di un allargamento dell’organizzazione ai confini della Russia.

Altamente improbabile poi che l’Alleanza accolga un Paese in guerra: in virtù dell’articolo 5 sulla mutua difesa, significherebbe che la Nato entrerebbe direttamente nel conflitto, con il rischio davvero di una terza guerra mondiale, quella che Joe Biden e i leader occidentali vogliono evitare. Ma la fuga in avanti alza il livello dello scontro con Putin e fa apparire ancora più irrevocabile la decisione di non dialogare mai più con lui.
(di Claudio Salvalaggio/ANSA).

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