Napolitano-Renzi spingono la crescita. A Milano occhi puntati su Putin

MILANO. – La parola chiave è sempre la stessa: crescita. Per combattere una crisi mondiale che in Europa sta assumendo i connotati di una “tendenziale stagnazione se non deflazione”. E ribadire che l’Europa non può più aspettare: deve “imboccare la strada di politiche più favorevoli alla crescita”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo saluto alla cena che chiude la prima giornata del vertice Europa-Asia a Milano, parla della crisi dell’Eurozona ma, davanti a 53 capi di stato che rappresentano metà del pil mondiale, la aggancia a quella globale e definisce un “imperativo scottante” per l’Asem fare i massimi sforzi per superare i danni che ha portato con sé. Appello lanciato anche dal premier Matteo Renzi, che in una giornata segnata dallo scontro tutto interno con le Regioni sulla legge di stabilità, in mattinata ha invitato i leader presenti a Milano a giungere ad “una posizione comune sulla crescita sostenibile quale priorità condivisa”. Perché i paesi asiatici, la maggior parte dei quali sta vivendo una crescita invidiabile per l’Europa, possono dare un contributo importante. E il Vecchio continente ne è talmente consapevole che il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso ha invitato gli investitori asiatici a non “sottostimare” l’Europa: la crisi è stata molto dura, ma “il peggio è alle spalle”, ha assicurato, stiamo andando verso la “stabilità” e il “risanamento” grazie alle riforme. “Ne usciremo più forti”.  Anche sul fronte dei bilaterali, Renzi ha puntato sui paesi emergenti, Vietnam, Malaysia, Bangladesh, Brunei, Kazakistan e Singapore. “Faremo di tutto perché il nostro Paese sia sempre più attrattivo per investimenti e alla guida del semestre europeo cercheremo di parlare un po’ più di crescita, investimenti e futuro”. Ma se la crisi continua a farla da padrone nei vertici internazionali, al centro dell’Asem di Milano c’è un altro delicatissimo dossier: quello ucraino. Angela Merkel ha incontrato il presidente ucraino Petro Poroshenko, Renzi lo ha visto in tarda serata e Napolitano nel pomeriggio, mentre in serata è in agenda l’incontro con Putin. Una girandola di bilaterali, in parte slittati anche a causa del ritardo del leader del Cremlino (che comunque si è ritagliato uno spazio in tarda serata per una ‘rimpatriata’ con Silvio Berlusconi, nella villa in via Rovani dell’ex premier), in vista del vertice di oggi all’alba in prefettura che metterà intorno a un tavolo Putin, Poroshenko e i vertici europei con Renzi, Merkel, Hollande e Cameron. E poi le emergenze internazionali dall’Isis, definita da Napolitano un’offensiva di “inaudita aggressività e barbarie”, all’Ebola, una vera e propria “tragedia”, come ha detto Renzi. (Paola Tamborlini/Ansa)

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